Arte & Mostre

ARTE SACRA, RIAPRE MUSEO DELLA VERNA

Dopo 24 anni riapre il Museo della Verna. Inaugurato nel 1961, fu chiuso nel 1978 per un furto che mise in evidenza le inadeguate misure di sicurezza. I reperti che conteneva furono rimossi dalle sale e posti al sicuro, lontano dai ladri, ma anche dallo sguardo dei visitatori amanti dell’arte e della storia. Dopo quasi un quarto di secolo, sabato 7 dicembre si sono riaperti i battenti di un museo, che sia pure collegato al vecchio progetto, è frutto di un concetto tutto nuovo di mostra d’arte.

I lavori per riattivare il museo iniziarono nel 1999, sulla spinta dell’anno giubilare, ma in pochi mesi non si arrivò alla conclusione dell’opera. Le risorse finanziarie sono state garantire dall’Unione Europea, dagli enti locali e dagli sponsor privati.

All’interno del museo trovano posto interessanti reperti appartenenti ad ambiti storici e artistici differenti, ma tutti rigorosamente correlati per uso, origine o iconografiche, con la storia, la missione, la spiritualità del francescanesimo. Le opere esposte variano dai dipinti alle sculture, dai codici miniati ai tessuti preziosi, dalla pregiatissima argenteria liturgica ai reliquari lignei ad intaglio, dagli eccezionali strumenti astronomici alle rare attrezzature dell’antica farmacia i alle particolari ceramiche conventuali.

La maggior parte dei reperti risale ai secoli XIV e XVII e ha origine fiorentina. Il rapporto tra La Verna e Firenze è antico di secoli. Fu proprio grazie al patronato della città che il Santuario, nel 1966, evitò la soppressione postunitaria e potè conservare tutte le sue proprietà, rivendicate allora dal Comune di Firenze e poi donate di nuovo all’Ordine dei Frati Minori nel 1934. Di questo rapporto privilegiato sanzionato dal Papa nel 1432 ed affidato per lungo tempo all’Arte della Lama, sono testimonianza molte opere esposte, donate dai benefattori privati o dalla città di Firenze. È il caso, fra tutti, dello splendido parato della Pentecoste, un rarissimo capolavoro dell’arte tessile fiorentina del Cinquecento. (ANSA)