Arte & Mostre

Empoli, giornata di studio sul «San Giovanni Battista nel deserto», al termine del restauro

Interverranno i principali esperti  del settore, i quali hanno dato immediatamente la loro adesione; a moderare gli interventi sarà Bruno Santi, storico d’arte di fama internazionale, direttore dell’Opificio fiorentino delle Pietre Dure e poi Soprintendente; dopo i saluti delle autorità sarà poi l’attuale Soprintendente di Firenze, Prato e Pistoia, Alessandra Marino, assieme a Mina Gregori ad introdurre i lavori.

Nella mattinata (inizio ore 9,30) il tema trattato sarà l’interessante quanto affascinante problematica relativa alle copie derivate dagli originali di Caravaggio, come illustrerà Maria Cristina Terzaghi dell’università di Roma3, studiosa di livello internazionale, la quale appunterà la propria attenzione sulla committenza caravaggesca del banchiere Ottavio Costa, seguita da quei relatori i quali, entrando nello specifico del tema, illustreranno gli esemplari di Kansas City (e solo la notevole differenza di fuso orario ha impedito una diretta con Nicole Myers, ricercatore del museo americano e specialista di arte europea) e di Capodimonte, quest’ultimo trattato da Angela Cerasuolo della Soprintendenza napoletana. A conclusione della mattinata l’attenzione si appunterà sulla tela empolese con un breve intervento di Valfredo Siemoni in cui si tenterà un breve profilo storico della pittura seguito da Cristina Gnoni funzionario di zona della soprintendenza la quale, unitamente a Sandra Pucci, illustrerà le modalità e l’importanza del restauro effettuato.

Altrettanto ghiotto il programma  del pomeriggio, con gli specialisti di Art Test di Firenze, i quali finalmente sveleranno le scoperte compiute sulla tela grazie all’uso della moderna tecnologia scientifica, seguiti da Roberta Lapucci, esperta e conoscitrice della pittura caravaggesca, la quale illustrerà la particolare iconografia del Santo nella pittura di Caravaggio, e da Marco Masetti dell’Università di Firenze che tratterà del particolare tipo di pelle indossata dal Precursore.

Come spiega lo storico Valfredo Siemoni, «fedelmente ad una linea di tutela e valorizzazione del ricco patrimonio conservato nella splendida chiesa di Santo Stefano, in cui la tela ebbe a confluire grazie alla donazione di monsignor Marchetti nel 1823, l’iniziativa si inserisce nel più vasto programma di valorizzazione della chiesa agostiniana per cui la Misericordia cittadina, oltre a garantirne l’apertura, e quindi la fruizione, di quello che a ragione può essere considerato uno dei monumenti maggiormente significativi tra quelli presenti nel nostro territorio, sta progressivamente provvedendo a restaurare i non pochi arredi bisognosi di interventi di recupero. Dopo l’affresco cinquecentesco ed i due antichi crocefissi in legno policromo, è toccato a questa tela, copia di un originale dipinto a Roma nel primo Seicento da Michelangelo Merisi da Caravaggio, in questo caso col significativo contributo della sezione locale del Rotary».

«Il restauro appena conclusosi – spiega ancora Siemoni, che si occupa, su incarico del Governatore Pagliai di valorizzare il non indifferente patrimonio artistico conservato nella chiesa – ha inoltre rivelato essere il dipinto una copia di alta qualità per la sua esecuzione, particolarmente nel volto del santo, nonché per la sua antichità, forse addirittura coevo all’originale da tempo conservato nel Nelson-Atkins Museum di Kansas City».

Foto di Alena Fialova