Arte & Mostre

Firenze, una Tac per iniziare il restauro del Cristo del Giambologna

Circa 3 ore di delicato e meticoloso lavoro, oltre alle competenze di numerosi professionisti, sono servite per lo smontaggio del manufatto di cartapesta dalla sede lignea naturale, collocata alle spalle dell’altare maggiore. Una prima indagine di massima, ai fini di conoscere lo stato conservativo dell’opera cinquecentesca, sarà fornita dagli esiti «diagnostici» che emergeranno dalla Tac, effettuata subito dopo la dislocazione dal dottor Roberto Carpi, direttore della radiodiagnostica di Santa Maria Nuova e dalla sua équipe.

«L’indagine diagnostica -ha spiegato la dottoressa Marina Farina, referente aziendale del patrimonio storico e artistico- fornirà dati fondamentali sullo stato di conservazione e dettagli dell’interno dell’opera, che guideranno i restauratori nel riportare il Crocifisso al suo stato originario».

La conoscenza dello stato strutturale odierno dell’opera darà modo al restauro di essere eseguito con una maggior sicurezza. Successivamente il manufatto d’arte è stato affidato alle cure della dottoressa Anna Fulimeni, specializzata presso l’Opificio delle Pietre Dure.

Il progetto di restauro, approvato dalla soprintendenza delle belle arti già dal mese di aprile, è stato interamente finanziato dal Rotary club Firenze Valdisieve, con il quale la fondazione Santa Maria Nuova ONLUS ha firmato un protocollo d’intesa per fissare i reciproci impegni.

«Quest’ennesima iniziativa si colloca all’interno del percorso di recupero storico – artistico, ormai avviato da anni, di tutte le opere d’arte contenute all’interno del nosocomio più vecchio del mondo ed è tesa a contribuire alla valorizzazione dell’enorme patrimonio culturale che ancora tende a «nascondersi!». E’ quanto ha dichiarato il dottor Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova ONLUS, riguardo questa nuova ed entusiasmante sfida artistica tesa a riconsegnarci un’opera così, come sicuramente appariva, nel suo originario splendore.