Arte & Mostre

Il Cinquecento a Firenze: in mostra i capolavori di Pontormo e Bronzino

Inviata in Francia nell’estate del 1545, dopo la sua apparizione nella Cappella di Eleonora di Toledo in Palazzo Vecchio, è ritornata a Firenze dopo cinquecento anni. Adesso il Cristo deposto del Bronzino proveniente da  Besancon è una delle opere dei grandi maestri (insieme alle Deposizioni del Pontormo e del Rosso Fiorentino, per la prima volta esposte insieme) a cui è affidato il compito di aprire e di accogliere il visitatore alla grande mostra «Il Cinquecento a Firenze, maniera moderna e controrifoma, Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna» che apre la stagione espositiva a Palazzo Strozzi.

Curata da Antonio Natali e Carlo Falciani, la mostra conclude la trilogia dedicata alla maniera iniziata nel 2010 con Bronzino e proseguita quattro anni dopo con Pontormo e Rosso fiorentino. Oltre settanta opere tra dipinti e sculture e un panorama artistico di grandi nomi dell’arte italiana, quarantuno in tutto, in un percorso cronologico e tematico di opere sacre e profane che ci portano in uno dei periodi più interessanti della storia dell’arte segnata dal Concilio di Trento e dalla figura di un grande mecenate quale fu Francesco I de Medici che seppe coinvolgere nel suo Studiolo pittori come il Vasari, Jacopo Zucchi, Giovanni Stradano, Girolamo Macchietti, Mirabello Cavalori, Santi di Tito e scultori come il Giambologna, Bartolomeo Ammannati e Vincenzo Danti. Una mostra resa possibile grazie a una potente rete di collaborazioni con musei e istituzioni italiane e internazionali e che è stata preceduta da una campagna di restauri imponente, diciannove le opere restaurate a fronte di una spesa di 350.000 euro per lo più provenienti da contributi di privati. Fondamentale il ruolo dell’associazione Friends of Florence grazie alla quale è stato possibile restaurare sei opere tra cui la Deposizione del Pontormo insieme alla Cappella Capponi nella Chiesa di Santa Felicita, insieme ad altri capolavori in mostra come l’Immacolata Concezione del Bronzino, Cristo e l’Adultera e la Visione san Fiacre di Alessandro Allori oltre alle due sculture del Dio Fluviale di Michelangelo e il Crocifisso del Giambologna. «Una mostra virtuosa per la salvaguardia del nostro patrimonio» come ha sottolineato Arturo Galansino direttore della Fondazione Palazzo Strozzi in occasione della presentazione alla stampa «che conclude la trilogia della maniera, esposizioni che hanno costruito la reputazione internazionale di Palazzo Strozzi, una mostra questa che sorprende in ogni sala». «La Chiesa ha molto da dire sull’arte di oggi – ha sottolineato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, intervenendo alla presentazione – ma anche sull’arte del passato i cui contenuti per gran parte sono stati trasferiti dalla Chiesa. Sui contenuti di questa mostra si gioca un aspetto dell’immagine, nel periodo della Controriforma questa esplosione di idee, di forme nuove, quel pensiero a confronto con la Riforma protestante, un pensiero produttivo e non chiuso. Questa mostra ci aiuterà a scoprire la creatività artistica dell’Europa della Controriforma, il pensiero propositivo capace di dare spunto alla realtà nuova». Vasari, di cui viene esposta la Crocifissione della Chiesa di Santa Maria del Carmine, Bronzino con Immacolata Concezione, Santi di Tito con Resurrezione, Alessandro Allori con Cristo e l’Adultera fino a Pietro Candido con il Compianto sul Cristo morto e Giambologna con il Crocifisso della Santissima Annunziata sono gli interpreti delle grandi pale per gli altari riformati delle chiese fiorentine, allo stesso tempo interpreti del gusto dell’epoca attraverso l’attività  ritrattistica e lo sviluppo dei temi allegorici e dei miti come le lunette per la prima volta riunite insieme. La mostra si conclude con le grandi tavole d’altare che preludono all’avvio del Seicento come la Visione di san Tommaso d’Aquino della Chiesa di San Marco a Firenze di Santi di Tito e i Miracoli di San Fiacre di Alessandro Allori proveniente dalla Chiesa di Santo Spirito. Hanno partecipato alla conferenza stampa Giuseppe Carbone prefetto del Fondo per gli  Edifici di Culto, Monica Barni assessore della Regione Toscana, il Vicesindaco del Comune di  Firenze Cristina Giachi, per la Soprintendenza Andrea Pessina, Donatella Carmi Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che proprio in questi giorni festeggia venticinque anni di attività, Simonetta Brandolini d’Adda presidente della Fondazione Friends of Florence, Alberto Federici di Unipol main sponsor della mostra, Carlo Ceccarelli per l’Associazione Partner Palazzo Strozzi, i due curatori Antonio Natali e Carlo Falciani che hanno voluto dedicare la mostra al loro maestro Carlo Del Bravo. «A lui – ha detto Antonio Natali – si devono i principi di questa mostra mossa poi dalla curiosità, una certa spregiudicatezza per uscire fuori dal coro. È stata una mostra difficile e sono grato a Palazzo Strozzi, tanti gli artisti, le scuole di pensiero, i circoli filosofici. Il nostro innamoramento possiamo comunicarlo solo con opere belle, opere storicamente importanti, chi non conosce questo periodo deve riflettere». Una mostra educativa, prima di tutto, in grado di offrire tanti spunti di riflessione e lontanissima dalle mostre effimere di un consumismo culturale sempre più diffuso accompagnata da un pregevole catalogo edito da Mandragora con saggi di importanti studiosi tra cui Cristina Acidini e Ludovica Sebregondi e da numerosi servizi all’interno del palazzo rinascimentale e fuori mostra che ne amplificano il potente messaggio culturale, fino al 21 gennaio 2018.