Arte & Mostre

Santa Croce, cento donatori da tutto il mondo per il restauro della Tomba di Michelangelo

In the name of Michelangelo, il progetto di fundraising dell’Opera di Santa Croce, ha dunque raggiunto il suo obiettivo, culturale e civile prima che economico. E tanta è l’ammirazione per il grande maestro che un gruppo di sostenitori del restauro è presente a Firenze oggi, in occasione della conclusione della prima fase dell’intervento, quella di accurata ripulitura dell’imponente complesso con le eleganti sculture in marmo di Carrara che ritraggono Michelangelo e le tre arti (scultura, architettura e pittura), custodi della tomba dell’artista, dove non mancano mai i fiori lasciati da visitatori e turisti. Ad accogliere il gruppo Irene Sanesi, presidente dell’Opera, Giuseppe De Micheli, direttore generale, Paola Vojnovic che ha seguito il progetto internazionale di raccolta fondi e Paola Rosa, la restauratrice che ha guidato l’intervento.

La campagna per la raccolta dei fondi è stata attivata nel mese di settembre. In pochissimo tempo, si sono raggiunte le risorse necessarie a far fronte al restauro, centomila euro da investire per la ripulitura e le indagini diagnostiche sulla tomba e per il restauro della pala d’altare, danneggiata dall’alluvione e in un critico stato di conservazione.

All’appello partito da Firenze hanno risposto oltre cento persone, per l’80% per cento cittadini degli Stati Uniti. Nell’elenco dei donatori, i cui nomi sono riportati uno per uno nel sito dell’Opera di Santa Croce, i Paesi rappresentati sono dodici. Ci sono l’Italia, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, il Canada, le Filippine, l’Austria, la Finlandia, la Spagna, la Norvegia, la Repubblica Ceca e l’Australia. Per l’Opera di Santa Croce In the name of Michelangelo rappresenta una nuova iniziativa internazionale di raccolta fondi, dopo l’apprezzabile risultato di Crazy for Pazzi.

Le motivazioni dei donatori sono la testimonianza del legame profondo tra Firenze, Michelangelo e il mondo. “Ti amo Michelangelo”, ha scritto un donor del Colorado. «Un pegno d’amore per la mia adorata Firenze, per farle sapere quanto le sono grata per la bellezza e per il senso che ha dato alla mia vita e alla mia arte», è il messaggio che arriva dalle Filippine. «Questi tesori appartengono al mondo e il mondo deve sostenerne il restauro», afferma un finanziatore di Toronto. «Contribuire al restauro di un pezzo di storia di Santa Croce è un privilegio», manda a dire un sostenitore dall’Oregon. Tra i sostenitori del restauro c’è anche Colm Kelleher, presidente di Morgan Stanley. «È per me un piacere sostenere l’Opera di Santa Croce nel suo impegno per il restauro della tomba di Michelangelo e della pala per l’altare della famiglia Buonarroti«, scrive. Morgan Stanley è stato sponsor di una grande mostra al Metropolitan Museum of Art di New York proprio su Michelangelo e il restauro del suo monumento commemorativo è un altro modo per celebrare il genio e lo spirito innovative di un uomo che continua ancora oggi a essere fonte d’ispirazione.

Tra gli italiani anche l’economista Domenico Siniscalco con la moglie Cristina. «Si possono passare ore in Santa Croce, toccando con la mente un grande passato di artisti, letterati, filosofi, politici e banchieri – afferma la coppia – siamo felici di poter dare un piccolo contributo per il restauro della tomba dei Buonarroti, nel nome di Michelangelo. Se possiamo vedere più lontano è perché siamo sulle spalle di giganti».