Arte & Mostre

Un itinerario tra le Madonne più amate

di Marco LapiArezzo, 15 febbraio 1796. La città è sconvolta da forti scosse di terremoto. Un piccolo gruppo di persone si ritrova a invocare un’immagine mariana dimenticata nelle cantine dell’Ospizio dei Camaldolesi, presso Porta San Clemente. Avviene il miracolo: la raffigurazione della Vergine, annerita dal tempo, si fa candida e splendente e, soprattutto, il terremoto cessa. Nasce così il culto della Madonna del Conforto: pochi giorni dopo, l’immagine miracolosa viene portata nella cattedrale di San Donato, dove da allora è esposta alla venerazione dei fedeli.Se ne potrebbero narrare a decine, anzi a centinaia di storie come questa in Toscana. Talvolta storicamente documentate, altre volte tramandate semplicemente dalla tradizione popolare: eventi prodigiosi dovuti all’intervento di Maria, che hanno dato vita a santuari di grande fama e ad altri semplicemente frequentati dalla popolazione locale. Ne abbiamo parlato diffusamente nel volume che ha costituito l’omaggio per i nostri abbonati 2003. Qui, semplicemente, vogliamo riproporne alcuni in una sorta di itinerario ideale attraverso le diocesi della Toscana.

Continuiamo quindi con la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, la più ricca in assoluto di luoghi di culto mariani, dove troviamo però, in Valtiberina, anche una Madonna attualmente «esiliata» in una scuola, quella del Parto a Monterchi, opera di Piero della Francesca cara alle gestanti che da sempre ne invocano la protezione. Nel capoluogo invece, oltre alla citata Vergine del Conforto, in altre due chiese (Santa Maria a Gradi e soprattutto Santa Maria delle Grazie) si venera la Madre di Dio raffigurata nell’atto di proteggere i fedeli con il suo ampio manto, secondo la bella e significativa tipologia detta «della Misericordia».

Nel resto del vasto territorio diocesano, altri due significativi santuari si trovano in Valdichiana e in Casentino: quello delle Vertighe, presso Monte San Savino, e quello del Sasso presso Bibbiena, legato ad un’apparizione mariana risalente alla metà del XIV secolo. Un’ottantina di anni dopo, sempre in Casentino ma già in diocesi di Fiesole, la Vergine si mostrò su un’altra roccia a una contadina di nome Giovanna, là dove ora sorge la bella chiesa di Santa Maria delle Grazie, a monte di Stia. Ancora in territorio ecclesiastico fiesolano un terzo sasso, dove Maria si degnò di poggiare i piedi apparendo nel 1484 a due pastorelle, dà nome al frequentato santuario situato presso Santa Brigida, sulle pendici del Monte Giovi.Ma il luogo di culto mariano per eccellenza della diocesi è la basilica di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Valdarno, dove la Vergine fece in modo che la vecchia Monna Tancia potesse allattare e così salvare il nipotino, l’altro unico superstite della famiglia dopo il passaggio della peste verso la fine del XV secolo.

In diocesi di Firenze le Madonne più amate sono quella dell’Impruneta, che la tradizione vuole dipinta da San Luca, e la Santissima Annunziata venerata in città. I pratesi invece, legati alla reliquia del Sacro Cingolo della Vergine conservato nella cattedrale di Santo Stefano e pur potendo vantare altri santuari mariani nel centro storico o appena fuori le mura, sono molto devoti anche alla Madonna emiliana di Boccadirio, che sorge appena oltre il crinale appenninico. A Pistoia la Vergine più amata è quella, umanissima, dell’Umiltà, raffigurata nell’atto di allattare il Bambino e custodita nella basilica omonima. Pescia venera da quattro secoli soprattutto la Madonna della Fontenuova che si trova a Monsummano Terme. A Ponte Buggianese c’è invece la Madonna del Buon Consiglio, patrona dell’autostrada Firenze-Mare.

Proseguendo ancora verso occidente, nel territorio diocesano lucchese troviamo, entro le mura cittadine, la Madonna del Sasso nella chiesa di Sant’Agostino, mentre a monte sono da ricordare la Madonna delle Solca a Pescaglia e quelle della Stella presso Fosciandora, del Soccorso presso Minucciano e della Guardia al Monte Argegna. Collina e montagna sono anche i luoghi naturali di molti santuari di Massa Carrara-Pontremoli, come la Madonna del Monte presso Mulazzo e la Madonna di Gaggio presso Podenzana, ma non mancano neppure luoghi di culto mariano nelle città: sia nel Duomo di Carrara che in quello di Pontremoli si conservano ad esempio Madonne dette «del Popolo».

Scendendo verso sud, una significativa chiesetta dedicata a Maria si trova presso Stazzema ed è il santuario del Bell’Amore al Piastraio, in diocesi di Pisa. Sempre nella Versilia Storica, i pietrasantini venerano nel loro Duomo la Madonna del Sole mentre nella città arcivescovile è ancora vivo il culto per la Madonna di Sotto gli Organi, conservata nella cattedrale di Piazza dei Miracoli.

Nella vicina diocesi di San Miniato, il culto mariano principale è per la Madonna di San Romano ma cara alla popolazione è anche la Madre dei Bimbi di Cigoli. Di Livorno è quasi inutile dire: il santuario di Montenero accoglie infatti la patrona della Toscana, che il 15 maggio di ogni anno riceve l’offerta dell’olio per la lampada votiva da parte di una diocesi della regione. Quest’anno tocca a Prato, l’anno prossimo sarà la volta dei samminiatesi. A Volterra troviamo in città il santuario diocesano della Madonna di San Sebastiano, mentre in diocesi sono da ricordare la Madonna della Pietà di Bibbona e quella della Pietrina presso Iano di Montaione.

Nel territorio di Massa Marittima è venerata la Madonna del Frassine, non lontano da Monterotondo Marittimo. Numerosi anche i santuari elbani, primo fra tutti la Madonna del Monte presso Marciana.

Proseguiamo in Maremma con Grosseto e la devozione alla Madonna delle Grazie conservata in cattedrale, anche se recentemente la chiesa di Santa Maria della Misericordia a Campagnatico è stata proclamata santuario mariano dicoesano. In diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello troviamo un’altra Madonna delle Grazie presso Pitigliano, la Madonna del Cerreto presso Sorano e, in territorio amiatino, la Madonna di San Pietro a Piancastagnaio.

Sempre sulle pendici dell’Amiata, ma in diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, ecco la Madonna del Castagno e quella dei Remedi ad Abbadia San Salvatore, mentre i poliziani sono devoti soprattutto alla Madonna di San Martino, conservata in cattedrale. Patrona della diocesi è tuttavia la Madonna del Rifugio venerata presso Sinalunga. Alla Vergine Infante è invece dedicata la chiesa principale dell’abbazia territoriale di Monte Oliveto Maggiore e nel territorio senese, dove concludiamo il nostro itinerario troviamo tra l’altro Santa Maria a Pancole presso San Gimignano e la Madonna del Soccorso a Montalcino. Siena è invece devota alla Madonna di Provenzano e a quella del Voto nella Cattedrale dell’Assunta: non a caso, è per loro che si corre il Palio.

La Toscana e Maria: una devozione antica

Una guida ai santuari della Toscana