Cultura & Società

BENIGNI RIPORTA DANTE A FIRENZE: TREDICI SERATE SULLA DIVINA COMMEDIA IN PIAZZA SANTA CROCE

Firenze ritrova il suo cuore, la sua essenza più vera, quel passato che diventa inevitabilmente ponte verso il futuro. E lo fa riportando nella piazza di Santa Croce, una delle piazze più belle di Firenze, Roberto Benigni e la sua Lectura Dantis. Dieci canti dell’Inferno narrati e commentati e tre canti – Ulisse, Ugolino e il Canto alla Madonna – solo letti ogni sera alle 21 dal 25 luglio e fino al 19 agosto. Un evento. Tanto più che Benigni, oggi a Firenze a spiegare la ‘sua’ Lectura, annuncia che ripeterà per la prima volta dopo anni proprio la lettura del ‘Canto alla Madonna’ che chiude il Paradiso dantesco. Lo fece una volta sola e incantò tutti, forse per la sua recitazione, di più per il contenuto sublime del canto che commuove anche i laici quando accenna a “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura”. “Semplice e complicata come la musica di Bach” dice Benigni parlando della Divina Commedia, un inciso all’interno dell’uragano di parole con il quale il comico toscano è uso frastornare il suo pubblico.

“Una festa per la città, per il sindaco, per tutti e chi non viene è un coglione e un ignobile. Invece, a chi viene gli regalo l’Ici”. E’ solito, Benigni, mescolare il sacro con il profano, contaminare la poesia con la politica, sempre surreale, sempre incandescente. E incandescente sarà la sua Lectura, tredici serate che avranno come quinte una basilica densa di significati religiosi e laici, una visione ieratica senza pari, lì dove sono sepolti i grandi – tanti, meno l’Alighieri che riposa a Ravenna e che qui ha solo un cenotafio -, dove tutti chinano il capo non per devozione ma per rispetto.

E se la Lectura di Roberto Benigni, che ha già fatto più o meno il giro del mondo (la vogliono ovunque, anche in Israele), avrà nei suoi tratti tutto il rispetto e il sentimento religioso che un laico può avere. E anche se parla dei canti come “le puntate di un serial, se senti la prima torni perché vuoi sapere come va a finire” a nessuno sfugge la commozione che intride le parole di Benigni quando parla di far tornare “Dante in Santa Croce”. Come dire: restituite finalmente l’anima di Firenze a Firenze. Saranno tre le serate finali, dedicate a Ulisse, il conte Ugolino e il Canto della Madonna. Immaginare cosa sia sentir suonare, in santa Croce, le parole che raccontano di Ugolino: “Quel peccatore sollevò la bocca dal feroce pasto, liberandola dai capelli del capo che egli aveva reso guasto rodendolo di dietro, sull’encefalo che ricopriva quel cervello guasto, altrettanto marcio di malvagità”.

Bene dice il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, quando parla di ’emozione’ e, citando Elliot, di ‘universalità’. Questo di Benigni non sarà solo un evento, ma la restituzione dell’identità, e quindi della sua anima, a Firenze, città universale che ha dato al mondo il primo Poeta davvero universale. L’iniziativa è sostenuta dall’Ente e dalla Cassa di risparmio di Firenze.

La manifestazione è organizzata dal Comune di Firenze e dalla Melampo cinematografica. In piazza saranno montate le gradinate che potranno ospitare circa 5 mila persone; le serate si terranno il 25, 26, 28 e 29 luglio e il 5, 6, 8, 9, 11, 12, 17, 18 e 19 agosto. Sono previsti tre ordini di posti a 15, 20 e 25 euro, con abbonamenti per sei serate a 100 euro e per 13 serate a 200 euro (primo settore). Le prevendite da domani al circuito Box office. (ANSA).