Cultura & Società

CULTURA, MORTO A FIRENZE GIOVANNI NENCIONI, PER 28 ANNI PRESIDENTE DELLA «CRUSCA»

E’ morto stamani, nella sua abitazione a Firenze, il professore Giovanni Nencioni. Aveva 96 anni. Aveva 96 anni. Accademico dei Lincei e decano degli storici della lingua italiana, aveva guidato per 28 anni, dal 1972 al 2000, la prestigiosa Accademia della Crusca, della quale era presidente onorario. I funerali si terranno lunedì 5 maggio alle ore 10 nella chiesa di San Frediano al Cestello, mentre l’Accademia lo ricorderà con una cerimonia pubblica la mattina del 6 maggio. «Con Giovanni Nencioni scompare un esponente importante della cultura toscana e italiana», ha dichiarato il presidente della Regione Claudio Martini. Profondo cordoglio, assieme alle condoglianze alla famiglie, sono stato espresse anche dal presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini: “Con la sua scomparsa, Firenze ha perso un pezzo di storia e di cultura”. Nato a Firenze nel 1911, Giovanni Nencioni si era laureato nel 1932 con Piero Calamandrei. Dal 1936, divenuto funzionario del Ministero della educazione nazionale, si era dedicato, a contatto con Vittorio Bertoldi, a ricerche lessicografiche e glottologiche, pubblicando nel 1946 “Idealismo e realismo nella scienza del linguaggio”. Nel dopoguerra è ispettore centrale del Ministero della pubblica istruzione, passando poi all’insegnamento universitario, prima a Bari (1950-1951), quindi, come docente di storia della grammatica e della lingua italiana all’Università di Firenze (1952-1974) e infine alla Scuola Normale di Pisa. Incaricato nel 1953 di studiare le condizioni di una possibile ripresa del lavoro lessicografico dell’Accademia della Crusca, ne è diventato socio nel 1955. Accademico segretario e soprintendente all’Opera del Vocabolario dal 1964 al 1966 ha organizzato l’avvio dei lavori lessicografici, di cui ha assunto la direzione ad interim tra il 1972 e il 1974. Nel 1971 è diventato vicepresidente dell’Accademia e l’anno dopo ne è diventato presidente, carica mantenuta fino al 2000. Dal 1971 al 2000 è stato anche direttore del Centro di studi di grammatica dell’Accademia e direttore della rivista “Studi di grammatica italiana”.