Cultura & Società

Campioni di solidarietà

di Marco LapiMarco Viani e «Giglio Amico»Marco Viani è un vulcano d’umanità. Se lo incontri anche solo per pochi istanti, finisce che non fai neppure più caso alla sedia a rotelle sulla quale è costretto da quando un banale tuffo in mare rischiò di lasciarlo completamente paralizzato. La forza di volontà e la vitalità che gli hanno permesso un miracoloso, seppur parziale, recupero – nonostante la lesione al midollo spinale – sono le stesse dalle quale è poi nata «Giglio Amico», associazione di solidarietà che, dal 1996 ad oggi, ha già distribuito agli «ultimi» oltre 200 mila euro. E sono, fortunatamente, una forza di volontà e una vitalità assai contagiose: oltre ai soci, che sono più di cento, Marco e i suoi amici riescono infatti a mobilitare nella loro impresa un sacco di persone, a cominciare dai protagonisti dell’ambiente sportivo fiorentino.

Due mesi fa hanno raccolto oltre 25 mila euro con la manifestazione «Le voci dello sport – Eventi e campioni del ‘900 raccontati da grandi giornalisti», svoltasi al Teatro Comunale del capoluogo toscano alla presenza di numerosi ospiti del mondo sportivo. Martedì 9 dicembre, alla tradizionale festa degli auguri dell’associazione in programma presso il Museo del calcio al Centro tecnico federale di Coverciano, il salone era come al solito al gran completo.

È davvero una bella idea, quella di «Giglio Amico», perché a partire da un mondo come quello sportivo, caratterizzato dal benessere fisico e spesso da una ricchezza forse esagerata, riesce a raggiungere – anzi, vuole raggiungere – chi si trova «nelle condizioni di massimo bisogno», unendo «una situazione di precarietà economica a uno stato di malattia o menomazione fisica». Il tutto nella più assoluta discrezione, garantendo il più completo riserbo ai sempre «anonimi» destinatari degli aiuti, ma al tempo stesso gestendo ogni centesimo nella più assoluta trasparenza.Marco e i suoi amici organizzano, nel corso dell’anno, almeno una manifestazione di grande richiamo, che – oltre a costituire l’occasione principe per la raccolta di fondi – rappresenta un po’ il «biglietto da visita» dell’associazione, soprattutto nei confronti di quanti volessero più direttamente partecipare alla sua attività. Il tutto, ovviamente, non per un proselitismo fine a se stesso, ma per cercare di «rendere “Giglio Amico” una realtà di servizio sempre più radicata e diffusa nella Firenze e nella Toscana di ogni volto e bisogno».

E così, non ancora spenta l’eco de «Le voci dello sport», si sono già affacciate alla mente altre idee, la prima delle quali – dedicata a Gino Bartali – dovrebbe con tutta probabilità costituire il prossimo grande appuntamento in teatro. Si tratterà, ci anticipa Marco, non solo di ripercorrere la vita e le imprese del grande ciclista toscano, ma anche, parallelamente, di tracciare un affresco di Firenze negli anni della sua carriera, quasi come sfondo naturale su cui ritrarre, per dirla con Paolo Conte, «quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita».

Aspettiamo ben volentieri anche noi, allora, il Bartali di «Giglio Amico», ma senza restare necessariamente seduti su un paracarro. Volendo, potremmo intanto approfittare delle imminenti feste per regalarci e regalare agli amici il libro «Le voci dello sport», curato da Sandro Picchi, ricchissima e stupenda antologia dove sono raccolti testi e immagini dello spettacolo dello scorso ottobre. Oppure «Il Toro e il Giglio» di Giampaolo Ormezzano, precedente pubblicazione dell’associazione dedicata al Torino di Superga e all’amicizia tra granata e viola, o ancora… tutti e due. Per procurarseli, in cambio di un’offerta che sarà totalmente destinata in beneficienza, basta rivolgersi telefonicamente a Marco Viani (055-602382). Ottenendo così allo stesso tempo il terzo e più bel regalo: l’occasione di conoscerlo personalmente.

Banchelli, in bici per parlare di paceQualche anno fa lo conoscevano solo sestesi e fiorentini, poi il suo volto e… la sua bicicletta hanno fatto il giro d’Italia grazie alla trasmissione «Turisti per caso» di Patrizio Roversi e Syusy Blady. In realtà, Marco Banchelli (nella foto), eterno «ragazzone» sestese di un metro e novanta, sempre in tenuta da ciclista e zaino sulle spalle, ha fatto anche il giro del mondo. A tappe e in tempi diversi, è vero, ma con la sua bici ha battuto le strade di tutti i continenti per portare un messaggio di pace. Di un paese in particolare, però, Marco si è innamorato tanto da ritornarvi più volte, nonostante non sia proprio… dietro l’angolo: il Nepal.

Con questa terra ha instaurato un rapporto speciale, tanto da farne la sua seconda patria e da soffrire in modo speciale l’attuale situazione di conflitto civile che da qualche anno vede i ribelli filocinesi sfidare un regime non certo indenne da ingiustizie e corruzione. E in Nepal, Marco ha praticamente «adottato» una scuola, la «Casa della compassione», cattolica ma aperta ai bambini di tutte le fedi. Qui tornerà anche nel prossimo viaggio, in programma dall’8 al 23 gennaio.

Con lui ci saranno anche nove ciclisti amatoriali (tre dei quali di Modena e due di Milano) e una delegazione della Caritas diocesana di Firenze, che ha inserito la scuola nepalese in un progetto comprendente anche due centri diurni per ragazzi in difficoltà in via di realizzazione nei dintorni del capoluogo toscano e presentato con una simpatica manifestazione dal titolo «Biciclette e solidarietà».

La raccolta di fondi per il progetto prosegue dal 15 dicembre al 5 gennaio presso le casse dei negozi «Nencini Sport» e proprio il 5, vigilia dell’Epifania, si concluderà un momento di festa presso la Casa del Popolo di San Qurico a Legnaia. Poi la… Befana, per così dire, si trasferirà a Katmandu, portando anche i frutti di una raccolta della Fondazione Caffè. E per la piccola scuola sarà festa grande, così come per Marco e i suoi compagni di viaggio. E probabilmente il messaggio di Banchelli in favore della bicicletta e della pace tornerà in futuro sul piccolo schermo, sempre con Patrizio e Syusy, grazie alla serie «Ciclisti per caso», attualmente in corso di progettazione. Per chi possiede Sky, una puntata pilota andrà in onda domenica 14 alle 13 su Sky Sport 1.

Siena Calcio, l’incarico speciale di Don GaetanoSi sono occupati di lui tutti i quotidiani sportivi ed è stato anche ospite di Simona Ventura a «Quelli che il calcio». Da quando il presidente Paolo De Luca lo ha invitato a far parte del consiglio di ammistrazione del Siena, la fama di don Gaetano Rutilo, parroco della cattedrale di Santa Maria Assunta, ha decisamente travalicato le mura della città. Tifoso da sempre della Robur – quest’anno alla sua prima, confortante esperienza in serie A – e precedentemente impegnato nella dirigenza della squadra di basket dell’oratorio del Costone, nonché correttore della Contrada Capitana dell’Onda, don Gaetano ha accettato di buon grado il nuovo incarico ed è ora uno degli otto consiglieri della società bianconera, con incarico specifico per le iniziative di solidarietà, primo sacerdote in un CdA della massima serie.

Tutto è nato dall’amicizia con il presidente De Luca e da un primo incontro con la squadra durante il ritiro estivo. Don Gaetano fu poi invitato a celebrare la messa dopo un allenamento, un momento che ricorda «molto partecipato» e dal quale è poi seguito, con qualche giocatore, un rapporto più approfondito. Sembrava il preludio a un classico ruolo di capellano, invece l’orizzonte si è ancora più ampliato. E il daffare, nel settore specifico affidato a don Gaetano, non manca davvero, sulla scia di quanto stanno facendo anche altre squadre, a cominciare dalla Juve e dal suo impegno prima per il Gaslini di Genova e ora con un reparto di neonatologia torinese. Del resto, quest’anno tutto il campionato appare impegnato in particolare sul fronte solidarietà e proprio domenica prossima ci sarà una giornata dedicata agli anziani, finalizzata alla costruzione di case di riposo. «Ci stiamo inserendo anche su questo fronte – racconta don Rutilo – però a Siena ci sono state tante altre iniziative anche prima, ad esempio per il terremoto di San Giuliano, poi per una ragazza senese, Rossana, che doveva farsi una delicata operazione a un anca, per un ex calciatore colpito da una grave malattia e per diverse iniziative a favore del Brasile, visti i rapporti della Chiesa senese con quella nazione e i due brasiliani che abbiamo in squadra. Ultimamente, abbiamo penesato anche a dotare di un maxischermo la sala riunioni della casa di riposo Campansi».

Per i brasiliani Taddei e Menegazzo emerge da parte di don Gaetano un affetto speciale, unito all’indiscussa ammirazione per le loro doti calcistiche. «A una recente trasmissione televisiva alla quale partecipavo anch’io – racconta – Menegazzo ha detto con convinzione che aveva fatto due anni di seminario e che proprio il seminario gli aveva dato tanto. Quanto a Taddei, che ha superato bene il trauma dell’incidente in cui ha perso la vita il fratello, abbiamo fatto una lotteria di beneficenza con in palio la sua maglia ed è andata a finire che l’ho vinta io. Allora l’ho rimessa all’asta via Internet e abbiamo realizzato una bella somma».

Le idee quindi non mancano, ma a Siena, si sa, la creatività è di casa, come lo è con i simpaticissimi cori allo stadio ispirati, ovviamente, dalla cultura del Palio. E a Siena c’è ancora il gusto di andare a vedere la partita assieme con la famiglia e i bambini, perché il tifo, come la città, è sempre «a misura d’uomo». Un invito e un esempio per tutti, quindi, dice ancora don Gaetano, a «riappropriarsi della partita di calcio come occasione di festa». E lo stesso tifo organizzato può diventare bacino e cassa di risonanza delle iniziative di solidarietà: anche in questo senso le idee non mancano e alcune iniziative sono già partite. Infine, un ultimo progetto: lavorare a livello giovanile, anche con le squadre della provincia. Un tipo di attenzione diversa, ma non meno importante: «Oggi – conclude don Gaetano – i ragazzi giocano sempre meno tra di loro e passano il tempo davanti alla tv o ai videogiochi. Se una volta si diceva che bisognava toglierli dalle strade, ora si devono piuttosto togliere dalle case. E noi cerecheremo di farlo».