Cultura & Società

Firenze, in 30 mila al Festival delle generazioni. Il sociologo Bauman incanta i giovani

Più di ottanta appuntamenti con oltre 150 ospiti. Tutto esaurito e centinaia di giovani in piedi per la lezione di Zygmunt Bauman. Poi spettacoli teatrali, live show, incontri su salute, scuola, lavoro, memoria, scienza e ricerca, lezioni magistrali, tavole rotonde e laboratori di arte e tecnologia in gran parte sold out. Trentamila persone per tre giorni hanno invaso Firenze per partecipare al Festival delle Generazioni, promosso dal sindacato dei pensionati della Cisl. Un successo in parte annunciato visto che si tratta della terza edizione fiorentina, ma che quest’anno ha stupito gli stessi organizzatori: «Evidentemente il tema che abbiamo individuato per il 2016, quello delle frontiere, era particolarmente azzeccato – spiega Francesca Zaffino, direttrice artistica della manifestazione –. Abbiamo toccato un nervo scoperto del Paese, e le persone hanno risposto. In questi tre giorni abbiamo dato la parola alla gente, e dato loro la possibilità di una pausa per riflettere: un lusso in questi tempi di velocità».

I dati dei social network confermano la tendenza in crescita di questa terza edizione del Festival delle Generazioni con oltre 33mila visualizzazioni sulla pagina Facebook e 4.700 interazioni con i post; oltre 1.100 tweet su Twitter per una audience potenziale totale di 2,6 milioni di persone. E sono novantamila le persone potenzialmente raggiunte sul profilo Instagram. Tantissimi, poi, chi ha seguito gli eventi in streaming.

«Il Festival delle Generazioni – spiega Gigi Bonfanti, segretario nazionale della Cisl Pensionati – ci ha permesso di sognare, di vivere un’utopia. È questo il messaggio del nostro Festival, rivolto a giovani e anziani: continuare a sognare, e farlo soprattutto con lo scopo di migliorare questo nostro Paese. E il sogno, in questi tre giorni qui a Firenze, è diventato realtà: i pensionati non sono un vuoto a perdere, al contrario, siamo una vera miniera».

E che il dialogo tra giovani e anziani funzioni lo dimostrano le oltre duemila persone – di cui tante in piedi – che hanno assistito alla lezione del sociologo novantunene Zygmunt Bauman. Un grande saggio che sempre più affascina le nuove generazioni: «I ragazzi di oggi sono in cerca di figure significative, e hanno trovato in Bauman un intellettuale di riferimento. L’altra sera, in un teatro Verdi pieno all’inverosimile, piuttosto che chiedergli un selfie, in centinaia lo hanno fermato per farsi fare un autografo sui suoi libri dopo aver preso appunti per tutta la sua lectio magistralis. È un segno che i tempi stanno cambiando, e che forse il nostro Festival ha trovato la giusta direzione – continua Francesca Zaffino –. Un Festival con tanti protagonisti che con le loro parole ed esempi di vita hanno squarciato il velo delle paure e delle barriere mentali che fanno a volte da freno allo slancio e alle passioni nella vita quotidiana: è il messaggio che un futuro diverso è possibile se si dà spazio ai sentimenti, alle relazioni non formali».

«In questi tre giorni – conclude Zaffino – abbiamo offerto a giovani e anziani una nuova palestra per la mente, uno spazio di riflessione pacato, competente e onesto. La risposta dei ragazzi non si è fatta attendere: sono stati una dozzina i licei di Firenze coinvolti, per oltre 600 studenti che hanno partecipato alle nostre giornate facendo domande, sulle frontiere e oltre, e ricevendo tante risposte su cui riflettere. Per questo mi piace ricordare, in conclusione di questi fantastici tre giorni a Firenze, una bella frase che ci ha lasciato il nostro amato Italo Calvino: ‘Se alzi un muro, pensa a ciò che lasci fuori’».