Cultura & Società

Firenze, inaugurata piazza Marasco. In estate un festival Marasco di canzone popolare

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha inaugurato in piazza Poggi la terrazza Riccardo Marasco.

Quello spicchio di terra che si affaccia sul fiume della città da Lungarno Cellini da oggi porterà il nome del re dei menestrelli fiorentini. La decisione arriva a due anni dalla scomparsa del noto compositore. Nardella ha iniziato la mattinata con un’esibizione di violino a Radio Toscana, nella trasmissione «Poli opposti» dedicata proprio a Marasco, sulle canzoni più note del repertorio del musicista simbolo della Firenze popolare.

E proprio per rendergli onore Dario Nardella ai giornalisti fa un annuncio: dalla prossima estate, all’interno della terrazza, si svolgerà un «festival Marasco». «Era un grande fiorentino che amava Firenze alla follia, ha portato in alto il nostro patrimonio di tradizioni e di cultura col suo canto e la sua musica – spiega il sindaco-. Era anche un intellettuale raffinato, faceva ricerca, aveva restituito luce e attenzione ai canti medievali, rinascimentali. Inoltre, ha portato la musica fiorentina, con la canzone popolare, in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti, non solo in Italia». Di qui il dovere di tributargli questo riconoscimento, proprio di fronte all’Arno, «che lui decantava, e che riusciva a raccontare anche nei momenti più drammatici, come nell’alluvione del ’66, con un’ironia e anche con una certa simpatia. Era questo Riccardo Marasco, il sarcasmo, la sagacia, l’ironia». La cosa importante, in questo momento, «è cantare le sue canzoni, e farle ascoltare, perché è il modo migliore per raccontarlo. Per tale ragione- fa sapere- abbiamo pensato di organizzare dalla prossima estate un festival a lui dedicato, si chiamerà festival Marasco e avrà come obiettivo principale quello di aprire ai giovani».

In effetti, rileva il primo cittadino di Firenze, «ci sono tanti giovani musicisti, cantanti, compositori che stanno riscoprendo la canzone popolare fiorentina, che non è affatto di serie B, è il cuore della nostra tradizione del Novecento e ha anche un legame profondo con i canti medievali, rinascimentali in un filo conduttore che non si è mai spezzato». Del resto, «il bel canto è nato a Firenze con i Peri, i Caccini, i compositori del recitar cantando che dettero i natali al melodramma- rammenta Nardella-, che poi è diventata l’opera con Puccini, Verdi e tutti i grandi compositori. Marasco lo sapeva bene».