Cultura & Società

Forum Unesco, parte da Firenze il rilancio della cultura

«Mi auguro che col sostegno del governo possa nascere in città un Centro di discussione, analisi e studio delle moderne discipline di valutazione dell’industria economica e dello sviluppo sostenibile». Lo ha detto ieri mattina il sindaco di Firenze, Dario Nardella nel Salone dei Cinquecento, intervenendo alla cerimonia ufficiale di apertura del Forum Unesco sulla cultura e le industrie, che si tiene in città fino a sabato e a corredo del quale l’amministrazione comunale ha organizzato un ricco programma di iniziative e attività rivolte alla cittadinanza tra cui l’Open Day al Forte Belvedere domenica 5 ottobre, quando è previsto l’accesso gratuito per tutti al Forte e alla mostra “Giuseppe Penone. Prospettiva vegetale” dalle 10 alle 20.

Alla cerimonia di apertura del Forum, preceduta dal saluto inaugurale eseguito dalla Filarmonica Rossini sull’Arengario di Palazzo Vecchio, erano presenti anche la direttrice generale dell’Unesco Irina Bokova, il ministro italiano dei Beni e Attività culturali Dario Franceschini, il sottosegretario agli Affari Esteri Mario Giro e l’assessore regionale alla Cultura Sara Nocentini.

«Come sindaco di Firenze offro all’Unesco tutta la conoscenza che questa città è in grado di mettere a disposizione con le sue Università, i suoi Istituti culturali – ha aggiunto Nardella -, tutto il prestigio della sua storia e tutto il desiderio di contribuire all’evoluzione della società, in Italia e nel mondo, perché si possano definire dei criteri moderni, nuovi, oggettivi di misurazione della qualità dello sviluppo sostenibile nel mondo. Perché non si parli soltanto della potenza economica dei Paesi ma si parli anche della potenza culturale che è più profonda, più ricca e riesce perfino a condizionare e orientare lo sviluppo economico, come ci insegnano i nostri antenati».

«Penso che siano maturi i tempi, in un momento di grande crisi economica non solo per il nostro continente, perché non si utilizzi soltanto il denaro come metro di valutazione del benessere delle popolazioni e del prestigio degli Stati – ha continuato -. Mi piacerebbe che prima del deficit economico noi tutti parlassimo del deficit culturale, educativo e di pace che c’è nel mondo. Mi piacerebbe che prima di utilizzare il Pil guardassimo al prodotto culturale che come oggi Firenze testimonia attraversa generazioni ed epoche. Mi piacerebbe che le differenze culturali riuscissero a vincere contro le omologazioni dettate da un appiattimento dei modelli di consumo e di sviluppo economico non sostenibile. La crisi economica è prima di tutto una crisi culturale».

«La cultura – ha detto la direttrice dell’Unesco Irina Bokova – è la più grande energia rinnovabile. Tutte le società oggi stanno cercando nuove risorse per un sviluppo sostenibile e inclusivo e a lungo termine. Io credo che i paesi debbano investire nella cultura con la stessa determinazione con cui investono nelle risorse energetiche e nelle nuove tecnologie». «Firenze, città simbolo dell’Umanesimo – ha aggiunto – dimostra come un impero possa costruirsi sull’economia ma ciò che alla fine rimane è la cultura. In Europa molti Paesi stanno attraversando difficoltà non solo economiche ma anche sociali e serve ritrovare un motore di coesione e in questo senso la cultura è la risposta. Infatti non è un caso che in Europa molti Paesi hanno puntato sulla cultura per uscire dalla crisi come in Spagna, Irlanda, Islanda e altri».

«Io mi aspetto che le imprese italiane, in particolare le grandi imprese, che hanno sempre lamentato l’assenza di incentivi fiscali, si impegnino concretamente per recuperare un pezzo del patrimonio dell’umanità, come dice giustamente l’Unesco», ha detto da parte sua il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. «Abbiamo approvato – ha ricordato Franceschini – una norma che porta gli incentivi fiscali più forti in Europa, il 65% del credito di imposta, per un privato o un’azienda che investono per tutelare una parte del patrimonio pubblico senza limiti di somma, da un euro a dieci milioni di euro. è davvero un incentivo fiscale molto forte».

«Stiamo lavorando in una stagione di spending review e naturalmente una cosa è governare quando si può spendere, un’altra è quando si deve governare con dei tagli alla spesa, ma io sono certo che in questo passaggio non ci saranno ulteriori tagli, anzi investiremo sulla cultura», ha detto ancora il ministro  parlando con i giornalisti a margine del Forum Unesco. «In particolare in Italia – ha ricordato -, a differenza di altri Paesi, sono stati fatti tagli terribili alla cultura, dalla quota del bilancio del ministero della Cultura, rispetto al bilancio dello Stato, che si è dimezzato dal 2000 ad oggi. In un Paese invece, che ha un patrimonio culturale enorme, che ha sempre più urgenza di tutela e di conservazione».