Cultura & Società

Migranti. A Prato in maggio torna festival «Mediterraneo Downtown»

Promosso da Cospe onlus, Comune di Prato e Regione Toscana in collaborazione con Libera, Amnesty International e Legambiente Italia, «Mediterraneo Downtown» nel 2018 si presenta con una nuova formula a partire dalla durata: quattro giorni invece di tre. Inoltre tutti gli eventi saranno concentrati nel centro storico della città e, tempo permettendo, tanti gli incontri a cielo aperto.

Come sempre ospiti internazionali, mostre fotografiche, talk show, libri, cinema, teatro e musica. In programma la presentazione dei libri della collana mediterranea de Il Manifesto con i curatori e l’autore di «Il diritto (non ci salverà), Patrizio Gonnella, il libro sui cambiamenti climatici e le loro conseguenze sociali «Effetto serra, effetto guerra» di Grammenos Mastrojeni con l’autore e la partecipazione di Edoardo Zanchini vice presidente di Legambiente, il libro di Deniz Y., corrispondente tedesco detenuto per un anno nelle carceri turche «Ogni luogo è Taksim», presentato dal giornalista Murat Cinar, in assenza dell’autore che non può lasciare la Turchia e, infine «Cronache infedeli» dello storico corrispondente Rai, Flavio Fusi intervistato da Paolo Ciampi.

Sarà invece piazza Santa Maria in Castello ad ospitare giorno dopo giorno cinque città mediterranee: Istanbul, Odessa, Napoli, Il Cairo e Prato. Cinquanta minuti in cui i narratori racconteranno le città che conoscono meglio o che amano di più, con le loro parole, il loro sguardo, il loro vissuto. Tra loro lo storico Franco Cardini, i giornalisti Antonio Armano, Raffaele Palumbo, Mahmoud Salem Elsheikh e l’imprenditore pratese Andrea Cavicchi.

Una sorta di speaker’s corner che farà viaggiare gli spettatori e i passanti verso mete sconosciute, al di là della distanza. Inizio del festival il 3 maggio, giornata mondiale per la libertà di stampa, con un incontro organizzato in collaborazione con Fnsi e Usigrai, valido per i crediti giornalistici dal titolo «Quanto costa la libertà?» Ospiti giornalisti italiani a confronto per raccontare le sfide e i rischi che si corrono nei vari paesi per mantenere una stampa libera e indipendente: tra loro Nafisa El Sanagh di Mada Masr, uno degli ormai pochissimi quotidiani online egiziani indipendenti (ore 15.30, Palazzo della Provincia). E di luoghi e contesti strategici ma poco coperti dai media, passata l’emergenza, si parla in «Il dis-ordine libico» con Farid Adly, di Radiopopolare e Corriere della Sera, Francesca Mannocchi de L’Espresso, Alessandra Morelli dell’Unhcr e Riccardo Noury di Amnesty International (sabato 5, sala del consiglio comunale, ore 11.30).

Alla libertà di stampa è dedicata anche la prima Med Movie Night (giovedì 3, alle 21.15, Cinema Eden) con la serata «Italia, Turchia e Siria: reporter in prima linea», una selezione di corto e lungometraggi in collaborazione con Premio Roberto Morrione e Dig Awards (Documentari, Inchieste, Giornalismi).

Di frontiere, persone e diritti (spesso violati) si parla anche nel focus dell’inaugurazione del Festival con Carlotta Sami (Unhcr), l’avvocato Alessandra Ballerini e il sociologo Alessandro Dal Lago, in «Un unico destino» (venerdì 4, alle 18, Teatro Metastasio).

Su frontiere, migrazioni e speranze si concentra anche la seconda Med Movie Night con la serata «Libano; una frontiera aperta sul Mediterraneo», ancora in collaborazione con Middle East Film Festival che ci regala un’anteprima con «Soufra» di Thomas Morgan, un documentario prodotto da Susan Sarandon nel 2017 che racconta la storia di riscatto al femminile in un campo profughi libanese (venerdì 4, ore 21.15, Cinema Eden).