Cultura & Società

Omaggio a Domenico Bartolucci

di Donatella Righini

Il 20 giugno, alle 21,15, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze verrà eseguito l’oratorio L’Ascensione di monsignor Domenico Bartolucci, (nella foto).all’interno della rassegna di musica sacra «O flos colende» organizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore. L’esecuzione coincide con il novantesimo compleanno del Maestro, fiorentino di origine, al quale la Provincia di Firenze conferirà un’onorificenza commemorativa del genetliaco ma anche della gloria musicale fiorentina che egli ha portato in giro per il mondo. In vista di questi importanti appuntamenti abbiamo rivolto a monsignor Bartolucci alcune domande sulla sua carriera.

Quando ha iniziato a studiare musica nella sua Toscana e da chi è stato sollecitato in quella direzione?

«Il dono o la passione per la musica, uno non se lo dà da sé: viene da madre natura! Certo è che da ragazzo vivevo in un ambiente nel quale la musica era l’anima. Si faceva musica in chiesa, il popolo cantava; a Borgo San Lorenzo c’era una banda musicale che teneva concerti. Mio padre era un cantore appassionato e faceva parte del coro parrocchiale; naturalmente io non mancavo mai alle prove e alle esecuzioni! Il mio primo contatto diretto con la musica fu in seminario a Firenze dove entrai per gli studi ginnasiali nel 1926. Il Seminario forniva il Coro per le esecuzioni che si tenevano in Cattedrale: era un bel gruppo cui si aggiungevano alcuni professionisti. Avevamo un vero maestro, Francesco Bagnoli, indimenticabile, che era anche maestro di cappella in Duomo. Le esecuzioni e quindi le prove, erano continue: Accademie, ricorrenze varie, festività… La musica era l’anima della vita del seminario».

Poi Roma e la svolta professionale…

«Andai a Roma nel 1942 per avere contatto con le Cappelle musicali fiorenti e ricche di attività. Non avevo alcuna intenzione di stabilirmi a Roma. Quando mi fu offerto l’incarico di organista al Laterano lo rifiutai perché volevo tornare nella mia Firenze. Poi le cose andarono come sono andate… Fui chiamato a San Giovanni come vice direttore della Cappella musicale: pensi che a quel tempo tutti i giorni c’era la messa cantata! Nel 1947, dopo l’esecuzione del mio “Baptisma” al Pontificio istituto di musica sacra, fui nominato Maestro della Cappella liberiana di Santa Maria Maggiore. Nel 1952 Perosi mi volle vice maestro e stetti quattro anni con lui, fino a quando morì. Fu allora che Papa Pacelli mi nominò Direttore perpetuo della Cappella Sistina».

L’Ascensione è il quinto oratorio da Lei composto: qual è la sua storia?

«Lo scrissi su commissione della Pro Civitate Christiana di Assisi dove fu eseguito nel 1953 dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Poi ho fatto alcune modifiche alla partitura anche in vista dell’esecuzione che si tenne in Messico per inaugurare la nuova Basilica della Madonna di Guadalupe. L’ultima esecuzione, quella di cui conservo il più bel ricordo, è stata nel 1981 quando l’Accademia di Santa Cecilia presentò questo Oratorio nella Sala Nervi a Giovanni Paolo II rientrato in Vaticano dopo l’attentato».

A quali fonti testuali attinge per l’Ascensione?

«Il testo si ispira prevalentemente al Vangelo di Luca e di Giovanni e agli Atti degli apostoli, ma si richiama anche alla vita liturgica della chiesa: c’è ad esempio l’inno dell’Ascensione Salutis humanae sator… intonato dai bambini nella grande Introduzione. C’è poi naturalmente qualche momento aggiunto per collegare tutte le parti del testo e rendere l’oratorio unitario».

Lei è molto legato alla tradizione musicale. Anche nel comporre oratori guarda alla forma originale del genere?

«Certamente il primo grande compositore di oratori fu Carissimi che ci ha lasciato dei veri capolavori. Ho inteso rifarmi a quella “forma”, naturalmente con un linguaggio che via via nei secoli si è arricchito e ammodernato, però sempre nell’intento di essere ascoltato dal pubblico che deve commuoversi o esaltarsi come lo fa con un predicatore o un oratore».

Cosa ne pensa della «riforma della riforma» che Papa Benedetto XVI auspica per la musica sacra e soprattutto liturgica?

«Nei Documenti del Concilio ci sono giustamente lodi e apprezzamenti per la musica sacra che la chiesa ha sempre custodito e tramandato gelosamente. Dice il Concilio: “linguae latinae usus servetur…”. La traduzione è facile: “si conservi il latino”! In pratica s’è interpretato con l’eliminarlo completamente. Il Concilio ha fatto grandi elogi per il canto gregoriano, la polifonia e la musica sacra onde conservarne e incrementarne l’uso. In pratica si sono abbandonate le Cappelle musicali, si sono chiusi gli organi e si sono accettate, anzi volute le chitarre. La musica invece è la creatura più bella della liturgia: è nata e vissuta in chiesa e le cantorie hanno rappresentato la sua culla. Il Papa, io credo, non ha alcuna intenzione di toccare quel che ha dettato il Concilio, ma certamente non accetta l’interpretazione rovesciata che se ne è data. Io auspico un ritorno al canto gregoriano e alla polifonia e dai recenti documenti promulgati credo che anche il Papa lo desideri».

Come è cambiata la preparazione musicale dei seminari?

«L’educazione musicale nei seminari è trascurata: spesso i preti che dedicano con passione parte del loro tempo alla pratica del gregoriano e della polifonia passano per retrogradi! Quando ero giovane venne in Seminario il Maestro del Conservatorio e ci disse: “Fate più musica voi che noi”. Allora era un altro clima. Anche a questo proposito però il Papa auspica una formazione più solida. Rispetto a qualche anno fa ci si comincia ad accorgere del danno che s’è fatto: si intravede qualche segnale, ma ci vorrà molto tempo».

Tournèe toscana per l’oratorio

Ad eseguire L’Ascensione di monsignor Domenico Bartolucci il 20 giugno a Firenze saranno l’Orchestra stabile «Rinaldo Franci» – Città di Siena e la corale «Cantica Nova», assieme alle voci soliste del soprano Antonella Benucci, del contralto Patrizia Scivoletto, del tenore Anselmo Fabiani e del basso Marcello Vargetto, tutti sotto la bacchetta di Michele Manganelli, allievo di Bartolucci e maestro della Cappella di Fiesole.

Michele Manganelli, senese di nascita, è stato allievo di monsignor Bartolucci sia per Direzione corale che Composizione. Ha compiuto gli studi musicali nella sua città natale, poi a Roma e infine a Firenze, conseguendo diplomi in tante discipline: Canto Gregoriano con Giacomo Baroffio, Armonia contrappunto e fuga con Italo Bianchi, Direzione corale con Domenico Bartolucci e con Walter Marzilli, Organo con Giancarlo Parodi, fino a conseguire nel 1998 il grado accademico finale di Magistero sia in Direzione corale sia in Organo sia in Composizione. A questo di aggiunge il diploma in Direzione d’orchestra che ha conseguito a Firenze.

Studi che gli sono valsi incarichi importanti, come quello di insegnante di Canto gregoriano, pianoforte e organo nel Seminario vescovile di Fiesole che ricopre dal 1993, quello di insegnante di Organo e direzione corale e Canto gregoriano presso l’Istituto diocesano di Musica sacra della Diocesi di Fiesole dal 1997 o quello di titolare della cattedra di Esercitazioni corali all’Istituto di musica R. Franci di Siena dal 1999 cui si è aggiunta nel 2002 quella di Esercitazioni orchestrali. Ha fondato vari cori, che ancora dirige, come quello di Radda in Chianti e il «Santa Cecilia» di Loro Ciuffenna, e dopo essere stato nominato Direttore del Segretariato giovani dell’Associazione Santa Cecilia dal 1997, è da due anni direttore del Segretariato compositori oltre che membro effettivo della «Consociatio internationalis musicae sacrae» associazione riconosciuta dalla Santa Sede per lo studio e la conservazione della Musica sacra.

Manganelli dirigerà l’oratorio L’Ascensione di Monsignor Bartolucci in tutte le sue repliche in Toscana e a Roma: 20 giugno a Firenze, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore (per la rassegna «O flos colende»), il 21 giugno a Siena nel Duomo, il 24 giugno a Massa Marittima in Duomo, il 27 giugno a Roma nella Basilica di S. Maria Maggiore, il 4 luglio nella Cattedrale di Fiesole, l’8 luglio in quella di San Miniato e poi ancora ad Arezzo, Radda in Chianti e Borgo San Lorenzo.

Ma durante l’estate sarà anche impegnato in altre importanti iniziative nell’ambito della musica sacra. Sarà infatti fra gli organizzatori e i docenti del corso di musica sacra che si terrà a Fiesole dal 15 al 21 luglio, organizzato dalla Associazione italiana Santa Cecilia.

Dal 26 al 28 luglio, poi, nell’Abbazia di Vallombrosa, insieme a mons. Franco Brogi, liturgista della Diocesi di Fiesole, terrà un corso sulla Musica liturgica rivolto a tutti coloro che a vario titolo svolgono attività musicali nelle parrocchie. Questo corso terminerà con un concerto di Canto gregoriano (sabato 28 luglio, ore 18,30, nella Chiesa dell’Abbazia).

Durante l’estate, tuttavia, Manganelli sarà impegnato anche in un concerto di Organo e Canto gregoriano nella Chiesa di Corsanico (Lu) il 18 agosto alle ore 21 in collaborazione con Giacomo Baroffio e con il gruppo «Salve Festa Dies» e in un concerto di Organo e Canto gregoriano nella Chiesa di San Agostino a Modena il 16 settembre con i solisti della Cappella Musicale della Cattedrale di Fiesole.