Cultura & Società

Politica: card. Bassetti, De Gasperi «vero italiano, autentico cristiano e straordinario statista»

«Alcide De Gasperi non è stato soltanto un politico di professione che ha governato il Paese circa 70 anni fa, ma ha rappresentato una delle espressioni più alte di un popolo e di un gruppo dirigente – cristiano, democratico ed italiano – che ha ricostruito l’Italia dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale e ha tracciato la strada maestra per gli anni futuri, addirittura fino ai giorni nostri». Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, intervenendo oggi, a Roma, al convegno organizzato dalla Fondazione De Gasperi all’Accademia dei Lincei, sul tema: «A 70 anni dalle elezioni del 1948. Riunire storia e futuro nei valori degasperiani: Europa, atlantismo, giustizia sociale». «Le differenti vedute che animarono il dibattito tra i ‘professorini’ della Dc, la leadership politica degasperiana e quella ecclesiastica montiniana, così come le differenti prospettive politiche dei cattolici durante la Seconda repubblica, esigono oggi un autorevole approfondimento culturale e soprattutto una nuova riflessione pubblica», la tesi del cardinale, secondo il quale «in questa dinamica di approfondimento culturale e di riflessione pubblica», la figura di De Gasperi occupa «un posto rilevantissimo, un posto di rilievo su cui è ancora opportuno riflettere non solo dal punto di vista storico,  ma soprattutto in un’ottica di piena consapevolezza pubblica della sua figura», che «si caratterizza per essere, ancora oggi, un modello esemplare di impegno sociale sia per il credente impegnato in politica, che per ogni persona di buona volontà che abbia veramente a cuore il bene comune del Paese». «De Gasperi è stato indubbiamente un vero italiano, un autentico cristiano e uno straordinario statista, tra i più importanti – se non il più importante – dell’Italia unita», l’identikit tracciato da Bassetti, alla cui base c’è «un’unica sorgente: la cifra spirituale e culturale della sua caratura umana».

Persona «integra» e buona, statista in grado di «evitare» all’Italia «avventure pericolose». È il ritratto di De Gasperi tracciato da Sturzo e citato dal card. Gualtiero Bassetti, che ha poi sottolineato, riportando la testimonianza della figlia Maria Romana, come la spiritualità e la politica «non furono due aspetti divergenti ma, all’opposto, due angoli visuali diversi e complementari che delineavano la sua complessa e ricchissima figura». «La ricerca di Dio, l’anelito verso il trascendente, le domande ultime sul senso della vita», così come l’amore verso la moglie Francesca, ha commentato il cardinale, «fanno parte di un’unica cornice umana, da cui non si può scindere la teoria e la prassi, l’assunzione di responsabilità verso il Paese e la faticosa esperienza di governo». In De Gasperi, in sintesi, «la fede era riposta in Dio, la politica era invece una missione laica. L’una ispirava l’altra con passione, inquietudine e soprattutto senza compromessi». «La politica è senza dubbio il campo della sua missione, ma la stella da cui tutto discende non si trova su questo mondo», ha proseguito il presidente della Cei, che a proposito della «dimensione spirituale» che illuminava la politica di De Gasperi ha menzionato, tra le altre testimonianze, una lettera alla moglie del 18 giugno 1928: «Dapprincipio il centro ero io e tutto il resto si trovava sulla circonferenza: Dio, la famiglia, gli amici. Poi, lentamente, faticosamente, gemendo e sospirando sotto la pressura dell’esperienza, il centro si spostò: al centro stava ora Dio ed io mi trovavo sulla periferia, col resto del mondo; un pulviscolo in un vortice inesplorabile. Mi provai allora a spiegare gli avvenimenti dal Suo punto di vista». Parole, queste, che per Bassetti sono «straordinariamente in sintonia con il pontificato di Francesco». «Io mi sento un cercatore al servizio della verità. Non voglio essere altro», scriveva ancora di sé De Gasperi per esprimere il senso profondo della sua missione: «Essere al servizio del Paese senza chiedere nulla per se stesso», l’ha sintetizzata il cardinale citando il ritratto che di De Gasperi fa don Luigi Sturzo, all’indomani dello storico viaggio negli Stati Uniti nel 1947: «Persona diritta, integra, senza posa, condotta rettilinea, bontà, austera complessità umana; egli, in momenti di smarrimento e di ansia, ha rappresentato la nuova Italia con le sue speranze. Quale l’avvenire dell’Italia? Hanno domandato politici ed economisti. De Gasperi non è profeta; le sue risposte sono state caute e misurate, ma la sua persona diceva più che le sue parole, perché assicurava quegli uomini di affari che l’Italia ha un leader e uno statista di senno e di equilibrio tali da poter superare crisi difficili ed evitare avventure pericolose».

«La grande questione che oggi si pone dinanzi ai nostri occhi non è solo il riconoscimento degli indubbi meriti storici di De Gasperi, quanto la questione cruciale della sua eredità nel mondo attuale». Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti che durante il convegno ha definito quella di De Gasperi «un’eredità estremamente preziosa per l’Italia e l’Europa attuale, così preziosa che necessita ancora di essere pienamente sviluppata». De Gasperi, nelle parole del presidente della Cei, «è stato il leader di un gruppo dirigente che ha ricostruito l’Italia e che si è battuto con convinzione per costruire un’Europa unita e in pace». «Solidarietà, responsabilità, libertà ed Europa», sono «alcuni concetti preziosi per declinare l’identità nazionale» offerti dallo statista. «Proprio oggi quando stanno sorgendo venti di guerra in Medio Oriente, quando il Mediterraneo è al centro di un conflitto silenzioso sui migranti, quando tante piccole Italie emergono nel dibattito pubblico e quando il processo europeo viene messo in discussione da troppe pulsioni particolaristiche e di chiusura verso l’esterno – l’analisi del cardinale –  il messaggio di De Gasperi sull’Italia e sull’Europa è straordinariamente importante: un’Italia libera e responsabile in una nuova Europa più solidale».

Quello di De Gasperi con la politica, ha poi ribadito il porporato, è «un rapporto cruciale e tuttavia un rapporto laico», vissuto cioè «senza cedere a tentazioni integriste, senza ricorrere a scorciatoie propagandistiche e senza mai strumentalizzare i simboli religiosi come amuleti identitari». «Mai come oggi si avverte l’esigenza di questo slancio missionario, di questa carità politica, di questo autentico anelito verso il bene comune che è la condizione più importante affinché un semplice politico diventi poi un vero statista al servizio della propria comunità», ha esclamato Bassetti, secondo il quale «l’Europa e l’Italia hanno urgente bisogno di un nuovo patto sociale tra tutti quegli uomini e quelle donne di buona volontà che hanno il coraggio, la passione, il talento e il desiderio autentico di costruire nuovi percorsi di impegno sociale e politico per il futuro del Paese e del Continente».

«C’è un’Italia da ricucire per superare le divisioni ideologiche e territoriali e per trovare una cura alle ingiustizie sociali verso i giovani, i disoccupati e le famiglie», ha ripetuto il presidente della Cei.