Cultura & Società

Prato, al Museo della Deportazione 25 Aprile multimediale

Il Museo della Deportazione e Resistenza celebrerà il 70° anniversario della Liberazione inaugurando un nuovo sistema multimediale per il percorso audiovisivo, innovazione che rappresenta il fulcro di un allestimento in gran parte rinnovato e arricchito grazie a un finanziamento di 20 mila euro della Presidenza del Consiglio. Ne danno notizia Aurora Castellani e Camilla Brunelli, presidente e direttrice del Museo, l’unico in Toscana, e tra i più importanti in Italia, dedicato in modo specifico alla deportazione nei lager nazisti. Per il suo particolare valore il Museo fu inaugurato nel 2002 dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Quest’anno il 25 Aprile sarà ricordato con la tradizionale cerimonia (inizio alle 15,30, in programma musiche della Resistenza e visite guidate gratuite) alla presenza del sindaco di Prato Matteo Biffoni. La grande novità è appunto il debutto del nuovo dispositivo tecnologico per il percorso audiovisivo curato dalla stessa Brunelli con il regista pratese Gabriele Cecconi. Titolo: Con i miei occhi. Voci e volti dei superstiti dei campi di concentramento e di sterminio nazisti.

«Palazzo Chigi», spiega la direttrice, «aveva bandito un concorso per finanziare associazioni e luoghi della memoria in vista del 70° della Liberazione. Presentato in partnership con Anpi e Aned, le associazioni toscane dei partigiani e dei deportati, il nostro progetto Resistenza e deportazione: nuovi linguaggi per le nuove generazioni è risultato tra i vincitori, il che ci ha concesso di portarci avanti tecnologicamente».

Nuovi monitor, più grandi e particolarmente funzionali, un moderno e flessibile sistema informatizzato automatico, sottotitoli sia in inglese che in italiano per non udenti, una nuova postazione multimediale interattiva. Tutto ciò contribuisce a dare maggior risalto ai contenuti del Museo e a fare apprezzare meglio, perciò, i valori della Resistenza e della Liberazione trasmessi, in questo luogo di conoscenza e di memoria, dalle testimonianze di uomini e donne sopravvissuti ai lager nazisti o che furono impegnati al fianco degli Alleati nell’opposizione armata al nazifascismo.

Il Museo offre infatti numerose video-interviste: tra gli ebrei sopravvissuti al genocidio Nedo Fiano, Isacco Bayona, Alba Valech Capozzi, tra i deportati politici, in prevalenza toscani, Roberto Castellani, Mario Piccioli, Marcello Martini, Max Boris, ma anche rom e sinti (Hugo Höllenreiner), omosessuali e testimoni di Geova arrestati in periodi e contesti diversi. Le biografie sono peraltro accessibili anche on line sul sito www.museodelladeportazione.it.

Oltre a una parte introduttiva di carattere storico con schede, foto e mappe sul sistema concentrazionario nazista, l’esposizione presenta anche oggetti originali appartenuti ai deportati provenienti perlopiù dal lager di Ebensee, un sottocampo di Mauthausen: la campana suonata dalle SS sul piazzale dell’appello, una giacca a strisce divisa dell’internato, zoccoli, strumenti e utensili di lavoro usati dai deportati-schiavi.

In occasione del 25 aprile il già ricchissimo Centro di documentazione del Museo riceverà una importante donazione di documenti dagli eredi di Dorval Vannini, pratese, deportato nei lager di Mauthausen ed Ebensee dopo lo sciopero del marzo 1944. Morto nel 1988, Vannini fu compagno di sventura di Roberto Castellani e con lui progettò sia il Gemellaggio della pace tra Prato ed Ebensee, sia il Museo della Deportazione e Resistenza dove oggi sono raccolti anche gli oggetti che contribuì a conservare per le future generazioni.