Cultura & Società

RESTAURI: RISPLENDE POLITTICO DI GENTILE DA FABRIANO

Torna restaurato Il Polittico di Gentile da Fabriano detto dell’Intercessione, dopo l’incendio che lo danneggiò nel 1897 e considerato perduto, tanto che è rimasto nei depositi di Palazzo Pitti fino al 1995. Oggi, restaurato dagli esperti dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze grazie all’intervento economico di Indesit Co., il Polittico – dopo un breve periodo in esposizione a Firenze e a Fabriano – tornerà nella chiesetta fiorentina di S. Niccolò Oltrarno, dove è presente fin dal 1862.

Il restauro, presentato stamani dalla direttrice dell’Opificio fiorentino Cristina Acidini, è stata opera complessa per quella che è considerato un capolavoro del grande pittore trecentesco, considerato uno dei massimi rappresentanti del gotico internazionale. L’ intervento, iniziato nel 2003, ha visto coinvolti istituti di ricerca tra i più importanti in Italia: Inoa-Cnr, Enea, Ifac-Cnr e l’impiego delle più sofisticate attrezzature diagnostiche e d’intervento. Fondamentale è stata l’applicazione della riflettografia in infrarosso con il sistema scanner, che ha consentito di visualizzare la presenza di figure al di sotto dell annerimento provocato dalle fiamme.

Così, anche se non restituito all’antico splendore – il Polittico è stato seriamente danneggiato anche da un maldestro tentativo, nell’800, di restauro – il capolavoro di Gentile è stato recuperato e tornerà lì dove secondo la storia corrente e la vox populi è sempre stato: nella chiesa di San Niccolò. Ma la sua allocazione originaria, così come i suoi committenti, restano un giallo della storia dell’arte. Un giallo in piena regola che è stato affrontato – anche questo – dagli esperti dell’Opificio che avanzano una nuova tesi, ovvero che siano stati ricchi abbienti fiorentini a commissionare l’opera che venne collocata nella chiesa francescana di S. Salvatore al Monte poi rimossa con la soppressione degli Ordini e collocata in San Niccolò. Un’ipotesi che sembra avere grande fondamento dato il soggetto trattato da Gentile da Fabriano in quest’opera in forma quintica, rarissima e preziosa.

Il Polittico torna così alla luce con i suoi cinque scomparti (222 x 97 cm) che raffigurano san Ludovico da Tolosa, la Resurrezione di Lazzaro, i Santi Cosma, Damiano e Giuliano, San Bernardo da Chiaravalle (che tiene al guinzaglio un diavoletto) e, al centro, la scena dell’Intercessione, Dio Padre, il Cristo e la Vergine, in questio caso corredentrice, concetto caro ai Francescani del medioevo.

Il restauro ha evidenziato tutta la delicatezza e la ricchezza dell’opera di Gentile da Fabriano, opera che sembra destinata a una cappella funeraria come dice l’iconografia dei santi medici Cosma e Damiano o la Resurrezione di Lazzaro. In trasparenza, le ‘animule’, appena visibili, quasi un miracolo se attribuito all’ umanissima mano di Gentile da Fabriano. Al centro l’Intercessione, appunto, azione che la teologia indica come intervento di una creatura celeste presso Dio in favore di una creatura vivente e che vede la Madonna (per i teologi, appunto, colei che per assunto ‘intercede’) collocata paritariamente davanti a Dio Padre. Al centro, Dio in trono: corona e aureola d’oro, il volto inciso del non-tempo inciso nel legno. (ANSA).