Cultura & Società

Restaurati i disegni di Michelangelo

Nuovo restauro per il ciclo di disegni murali attribuiti a Michelangelo, rinvenuti casualmente nel 1975 in un piccolo vano sotto l’abside della Sagrestia Nuova delle Cappelle Medicee a Firenze, dove l’artista, grazie all’ospitalità del priore di San Lorenzo, si nascose nel 1530 dopo la caduta della città ad opera delle truppe imperiali e papaline. L’intervento, ancora non concluso, ha riguardato la muratura dello scantinato.L’intonaco aveva subito un lento degrado a causa degli alti valori di sali solubili rilevati nelle pareti, ripulite e alleggerite da efflorescenze saline, macchie di muffa e umidità. Tutto per ottenere una migliore lettura dei segni grafici originali, una serie di studi di figure e alcune caricature disegnate da Michelangelo in un tempo assai breve: l’artista rimase in quel nascondiglio presumibilmente da metà agosto al 30 settembre del 1530. Finiti probabilmente i fogli a sua disposizione, utilizzò le pareti come una sorta di blocco per gli schizzi.

Sette dei disegni sono da collegarsi alle sculture della Sagrestia Nuova, in particolare quelle della tomba di Giuliano duca di Nemours, con qualche variazione. Ci sono poi uno studio preparatorio del David-Apollo (l’opera si trova al Museo Nazionale), altri schizzi di statue non realizzate, un presunto autoritratto e altri disegni che richiamano da vicino gli affreschi della Cappella Sistina o il Giudizio Universale. Il ciclo di disegni venne rinvenuto nel 1975 dall’allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee Paolo Dal Poggetto, quando fu scoperto casualmente il vano sotto l’abside, trovato nel corso di alcuni lavori per creare un’uscita di sicurezza e probabilmente anche alluvionato nel 1966. Il restauro più importante fu concluso nel 1979. Il nuovo intervento è stato curato dall’architetto Gabriella Corbucci e finanziato dalla Fondazione Giovanni Lorenzini insieme alla Newtours.

Concluso il restauro, si spera – ha spiegato Licia Bertani (nella foto, mentre illustra uno dei disegni michelangioleschi), direttrice del museo (che ha una media di mezzo milione di visitatori l’anno) – di poter riaprire al pubblico il piccolo vano, ma solo, come già avveniva, su prenotazione per gruppi non più di cinque persone, studiosi a parte.