Cultura & Società

Tanta acqua dai rilievi che circondano Firenze

«Da lontano essi [i Sette Santi] scorsero il monte indicato loro da Dio: si innalzava al di sopra dei monti circostanti. Si avvicinarono per vedere com’era fatto. In cima trovarono una radura bellissima, anche se piccola: da una parte una fonte di ottima acqua, tutt’intorno un bosco ordinatissimo, come se fosse stato piantato da mano umana. Questo era davvero il monte preparato loro da Dio». La Legenda d’origine dell’ordine dei Servi di Maria non manca di sottolineare che la scelta di Monte Senario quale luogo dove vivere la propria vocazione e costruire il convento che tuttora ne caratterizza la sommità fu resa possibile dalla presenza di un’acqua «ottima».

Come si legge sul cartello situato nei pressi, tale sorgente poteva forse essere quella della fonte del Gallo, o Cantagallo, raggiungibile con un breve sentiero – con tanto di indicazione – che si stacca sulla sinistra dell’ultimo tratto della strada che sale al complesso conventuale. Ma la fonte più significativa è quella di San Filippo Benizi, situata sullo stesso versante ma ancora più prossima al convento, che si dice sia scaturita dalla roccia alle sue preghiere e che fu poi coperta da un bel tempietto. Un’acqua indiscutibilmente ottima sorga invece più in basso dall’altro versante, non distante dal piazzale della Croce, presso l’edificio della Ghiacciaia: è non a caso imbrigliata e serviva anche l’ex sanatorio di Pratolino, chiuso negli anni ’70. La sorgente è toccata dal Sentiero di Andrea, percorso didattico-naturalistico ad anello dedicato a un lavoratore forestale della Provincia di Firenze prematuramente scomparso.

Ma le fonti di Monte Senario non sono certo le sole attorno a Firenze. Sul vicino Monte Morello troviamo per esempio quelle di Morello, Vecciolino, San Vico, dei Seppi, del Ciliegio, del Nocciolo, del Trogolo, dei Balzi, dello Spugno, della Cascina, collegate tra loro dai sentieri del Cai… e si potrebbe continuare. A sud-est della città, presso San Donato in Collina, su un antico percorso di transumanza chiamato non a caso Via Maremmana, in un parco di recente costituzione si trova invece la Fonte Santa, oggi dichiarata non potabile per mancanza di controlli. Preceduta da un’area picnic e da un piccolo rifugio costruito prima della Seconda Guerra mondiale, sembra che in tempi antichi fosse affiancata da una cappellina votiva. Oggi, invece, ha accanto una piccola croce: l’hanno posta i genitori di Giulia Giusti, uccisa nei pressi a 22 anni nel maggio 2009 dal suo ex, poi suicida. C’è l’invito a ricordarla nella preghiera, che assieme alla commozione sgorga spontanea come l’acqua della vicina fonte.