Dossier

Papa Francesco, un gesuita da «un mondo lontano»

La fumata bianca (dopo le prime due nere, martedì sera e mercoledì mattina) è arrivata alle 19,06 di mercoledì 13 marzo 2013. Alle 20,11 si è affacciato sul balcone della Loggia centrale della Basilica di San Pietro il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran che ha pronunciato l’Habemus Papa.

Le sue prime parole. «Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie!» (VIDEO)

I Vescovi toscani esultano: «una sorpresa dello Spirito».  I Vescovi toscani appena giunta la notizia dell’elezione del Papa Francesco I hanno inviato un messaggio: «Ancora una volta ci troviamo di fronte alle sorprese dello Spirito: il primo Papa che viene dalle americhe, il primo Papa che prende il nome di Francesco».

La notizia in monastero. Ecco come un gruppo di claustrali ha vissuto questo momento storico per la vita della Chiesa. Siamo ancora nello stesso Monastero toscano, ospiti di quelle Monache che avevano accolto le dimissioni di Benedetto XVI ragionando e confrontandosi fra loro (La rinuncia del Papa vissuta in clausura). Anche questa volta tutto inizia dalla Madre, che attraverso il telegiornale aspetta l’esito dell’ultima fumata.

Card. Betori: «Ho invitato papa Francesco a Firenze». «Mi ha confidato di non aver mai visitato Firenze, che pur ha definito una città piena  di bellezza e allora io l’ho invitato – eravamo ancora prima della sua elezione – a venire come mio ospite a Firenze. Poi dopo che è stato eletto, quando i cardinali hanno espresso a lui la loro obbedienza, mi sono preoccupato di ricordagli che un invito al Papa per Firenze c’era già: nel novembre 2015 per il convegno delle chiese in Italia egli sarà nostro ospite della Chiesa e della città di Firenze». Così l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, in un’intervista a Radio Toscana, il giorno stesso della chiusura del Conclave. (VIDEO)

L’omaggio alla Madonna.Il primo atto di Francesco è stato l’omaggio alla Madonna nella Basilica di Santa Maria Maggiore, come aveva annunciato ai fedeli nelle sue prime parole rivolte dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana di San Pietro subito dopo la sua elezione.

La Messa di chiusura del Conclave. È iniziata alle 17 in punto di giovedì 14 marzo, nella Cappella Sistina, la prima messa del pontificato di Papa Francesco. A concelebrare, i 115 cardinali elettori fino a ieri riuniti insieme a lui in Conclave, terminato con l’elezione del 265° successore al soglio di Pietro. «Camminare, edificare, confessare», i tre verbi della prima omelia.

Ai cardinali: «Non cediamo mai al pessimismo». «Forse la metà di noi è ormai nella vecchiaia. Ma la vecchiaia è la sede della sapienza della vita, come il vecchio Simeone e Anna che in vecchiaia hanno riconosciuto il Signore. Doniamo la sapienza ai giovani come il buon vino che in anni diventa più buono». Lo ha detto Francesco, incontrando nella mattina di venerdì 15 marzo i cardinali nella Sala Clementina.

L’incontro con i giornalisti. «Come vorrei una chiesa povera e per i poveri!». Così papa Francesco nel corso del suo discorso con il mondo dell’informazione nell’aula Paolo VI in Vaticano. Papa Francesco ha rivelato ai 6 mila giornalisti presenti anche alcuni particolari sul conclave e sul perché si è voluto chiamare Francesco, prendendo il nome del poverello di Assisi. VIDEO

La Messa nella parrocchia del Vaticano. Il Signore non si stanca mai di perdonare, siamo noi che rinunciamo a chiedere la sua misericordia. Domenica 17 marzo il nuovo Vescovo di Roma celebra la santa messa nella parrocchia vaticana di Sant’Anna e ricorda ai presenti che Gesù si è fatto uomo per portare nel cuore di tutti la misericordia infinita di Dio. Nella semplicità e spontaneità di un pastore tra il suo gregge nel giorno del Signore, Papa Bergoglio ha commentato l’episodio evangelico del perdono concesso da Gesù all’adultera e ha precisato che anche a noi oggi piace ascoltare la parola del Figlio di Dio, ma, allo stesso tempo, a volte, “ci piace bastonare e condannare gli altri”. VIDEO

Il primo Angelus in piazza San Pietro. Domenica 17 marzo Papa Francesco ha ritrovato la folla dei fedeli delle grandi occasioni in una piazza che ha sottolineato il Santo Padre, ”grazie ai media, ha le dimensioni del mondo”. Ha commentato il Vangelo della quinta domenica di Quaresima, che presenta l’episodio della donna adultera, che Gesù salva dalla condanna a morte. VIDEO

Confermato stemma e motto. Il Papa ha deciso di confermare il motto, «Miserando atque eligendo», e «nei tratti essenziali» anche lo stemma che aveva come arcivescovo, caratterizzato da una lineare semplicità. A rivelarlo ai giornalisti è stato padre Lombardi.

La Messa d’inizio pontificato: «Non abbiate paura della tenerezza». Martedì 19 giugno, solennità di San Giuseppe, in una giornata di sole papa Francesco ha celebrato in piazza San Pietro la Messa di inizio del ministero petrino del vescovo di Roma. Nel giro di Piazza San Pietro a un certo punto ha fatto fermare la jeep per scendere tra la folla e baciare un paraplegico (VIDEO). Nell’omelia ha invitato tutti a farsi custodi gli uni degli altri e dell’intero creato e di farlo con tenerezza. (VIDEO). Poi al termine della Messa il saluto alle delegazioni (VIDEO).

L’udienza al Corpo Diplomatico. «Con gioia vi accolgo per questo scambio di saluti, semplice e nello stesso tempo intenso, che vuole essere idealmente l’abbraccio del Papa al mondo». È iniziata con queste parole, venerdì 22 marzo, l’udienza del Papa al Corpo diplomatico, in cui tradizionalmente vengono delineate le «linee» del pontificato in materia di rapporti internazionali (testo integrale). (VIDEO)

Castel Gandolfo: l’abbraccio tra i due papi. «Un momento di altissima e profondissima comunione». Così il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha commentato l’incontro tra papa Francesco e il papa emerito Benedetto XVI di sabato 23 marzo a Castel Gandolfo. (VIDEO)

Domenica delle Palme: «Non lasciatevi rubare la speranza». «Gioia», «Croce», «giovani»: sono le tre le parole chiave della Domenica delle Palme e della Passione del Signore che domenica 24 marzo Papa Francesco ha consegnato ai cristiani nella messa che ha presieduto sul sagrato della basilica di San Pietro, dopo aver benedetto i rami di ulivo e aver partecipato alla processione in piazza, dall’obelisco al sagrato. Nell’omelia il Santo Padre, ricordando che da 28 anni la Domenica delle Palme è la Giornata della Gioventù, ha dato appuntamento ai giovani a Rio de Janeiro per la Gmg. (VIDEO) e (VIDEO/2)

Il numero speciale di Toscana Oggi per l’elezione del Papa

La scheda

Il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, gesuita, arcivescovo di Buenos Aires (Argentina), Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di Ordinario del proprio rito, è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico, ma poi ha scelto il sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. L’11 marzo 1958 è passato al noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo «San José» di San Miguel.

Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires.

Dal 1967 al 1970 ha studiato teologia presso la Facoltà di Teologia del collegio massimo «San José», di San Miguel, dove ha conseguito la laurea.Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote.

Nel 1970-71 ha compiuto il terzo probandato ad Alcalá de Henares (Spagna) e il 22 aprile 1973 ha fatto la sua professione perpetua.

È stato maestro di novizi a Villa Barilari, San Miguel (1972-1973), professore presso la Facoltà di Teologia, Consultore della Provincia e Rettore del collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è stato eletto Provinciale dell’Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni.

Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San José, nella Diocesi di San Miguel.

Nel marzo 1986 si è recato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale; quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia nella città di Cordoba come direttore spirituale e confessore.

Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l’ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Luján, Monsignor Emilio Ogñénovich.

Il 3 giugno 1997 è stato nominato Arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino.

È autore dei libri: «Meditaciones para religiosos» del 1982, «Reflexiones sobre la vida apostólica» del 1986 e «Reflexiones de esperanza» del 1992. È Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina che non possono contare su un Ordinario del loro rito. Gran Cancelliere dell’Università Cattolica Argentina.

Relatore Generale aggiunto alla 10ª Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001).

Dal  novembre 2005 al novembre 2011 è stato Presidente della Conferenza Episcopale Argentina.

Dal B. Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Roberto Bellarmino.

È Membro:– delle Congregazioni: per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; per il Clero; per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica;– del Pontificio Consiglio per la Famiglia;– della Pontificia Commissione per l’America Latina.