Dossier

Una funzione sociale per gli oratori

È attualmente all’esame del Consiglio Regionale una proposta di legge relativa al riconoscimento della funzione educativa e sociale e alla valorizzazione del ruolo degli oratori parrocchiali. La lettura del testo offre spunti tanto a brevi considerazioni di tipo generale, quanto ad alcuni suggerimenti in ordine al contenuto della proposta stessa e al suo opportuno raccordo con le normative inerenti il sistema dei servizi socioeducativi regionali.

In primo luogo è opportuno sottolineare la portata di “legge di principio” della proposta, con riferimento alla funzione di promozione, prevenzione e coesione sociale degli oratori presenti sul territorio, al bagaglio di risorse educative e umane offerte, alla capacità di cogliere i bisogni e le ricchezze delle comunità locali e di stimolarne l’impegno educativo. Il riconoscimento del ruolo e della funzione degli oratori infatti non va a detrimento delle altre realtà, che sul territorio adempiono a funzioni educative e sociali, bensì consente finalmente la completa rilevazione delle risorse presenti e la loro messa in rete, evidenziandone la diversità e quindi la ricchezza.

L’utilizzo del termine oratorio parrocchiale necessita inoltre di specificazione e qualificazione: gli oratori che rilevano ai fini della legge debbono riferirsi infatti ad un soggetto titolare, che può essere la parrocchia, nonché ogni altro ente o istituto religioso di cui alla legge 222 del 1985, e presentare dei requisiti che lo qualifichino come idoneo a svolgere quelle funzioni educative e sociali che gli sono proprie in modi e forme appropriate.

In merito alla riqualificazione degli oratori, occorre creare forme di “accreditamento interno” degli oratori su base diocesana: oltre ai requisiti di legge previsti per tutte le strutture in cui si svolgono attività socioeducative e ricreative, gli oratori debbono integrare anche requisiti ulteriori e appositamente individuati. Si devono quindi individuare criteri qualitativi e professionali in merito agli interventi attuati e agli operatori ed animatori che svolgono la propria attività negli oratori: seppur in forma volontaria, l’intervento educativo e ricreativo deve essere appropriato, svolto da persone che abbiano requisiti ed abilità adeguate, sulla base di un progetto chiaro educativo dal punto di vista dei contenuti e delle metodologie. La partecipazione alla programmazione locale e regionale in ambito educativo, sociale e ricreativo, previsto dalla proposta di legge, presuppone infine il coinvolgimento di parrocchie ed enti religiosi all’interno del sistema di progettazione locale: si rende quindi necessario lo svolgimento di attività di formazione in merito agli strumenti e al funzionamento di questi percorsi, oltre all’individuazione di persone in grado di rappresentare gli oratori e le parrocchie nei tavoli di progettazione.

La schedaIndicatori e criteri di individuazione e qualificazione degli oratoriDa un piccolo seminario di studi, tenutosi a Firenze lo scorso 15 novembre, sono emersi alcuni critreri ritenuti essenziali per poter parlare di oratorio parrocchiale:

1. continuità dell’apertura, in riferimento allo svolgimento delle attività su base giornaliera (orario di apertura minimo) e annuale (calendario delle attività)

2. elaborazione di un progetto educativo dell’oratorio/progettualità degli interventi svolti all’interno dell’oratorio

3. accesso garantito a minori e famiglie del territorio

4. presenza di operatori e animatori capaci, motivati, supervisionati e coordinati da un responsabile di oratorio, individuato dalla parrocchia, incaricato del buon funzionamento dell’oratorio stesso

5. valorizzazione delle responsabilità educative familiari

6. attivazione di percorsi di formazione e aggiornamento degli operatori e animatori impegnati nelle attività di oratorio, anche a livello diocesano e interparrocchiale (vicariato)

7. apertura alla comunità locale

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