Italia

ALLUVIONE FIRENZE, CARD. ANTONELLI: DECORO CITTA’ LASCIA DESIDERARE; TRA GLI «ANGELI DEL FANGO» ANCHE ALCUNI VESCOVI

“Il decoro stesso di Firenze, in alcuni luoghi, lascia a desiderare e chiede di essere più efficacemente tutelato e promosso. Soprattutto desta preoccupazione la comunità civile come tale”. E’ uno dei passaggi dell’omelia pronunciata stamani in cattedrale dall’arcivescovo di Firenze cardinale Ennio Antonelli nella messa per il 40/o anniversario dell’alluvione.

“La popolazione – ha aggiunto facendo una analisi sulla situazione di oggi rispetto ad allora – diminuisce e invecchia; le famiglie giovani sono costrette a stabilirsi nei comuni circostanti per il costo proibitivo delle abitazioni; il centro storico è occupato da uffici e da studenti, che affittano posti letto in molti per ogni appartamento. Varie attività artigianali e imprenditoriali sono venute meno o si sono trasferite altrove. Prospera solo l’economia legata al turismo di massa. La città ha bisogno di un rinnovato slancio creativo e di una rinnovata solidarietà. E’ tempo di fare sintesi tra l’incomparabile patrimonio culturale, che ci è stato consegnato da una gloriosa tradizione, e le esigenze di una città moderna con le sue attività produttive, i suoi servizi, le sue possibilità di comunicazione”.

“E’ tempo – ha proseguito Antonelli – di solidarietà, intesa non come vaga compassione, ma come volontà decisa e perseverante di impegnarsi per il bene comune secondo le proprie capacità. Occorre convergere su obiettivi di fondo condivisi, elaborare linee progettuali comuni, individuare possibili sinergie. La grande capacità creativa dimostrata da questo popolo nel corso della sua storia può essere risvegliata anche oggi. C’é bisogno di grandi ideali, di grandi speranze, di salde convinzioni. La fede in Gesù Cristo, che ha permeato la civiltà fiorentina nei secoli passati può offrire ancora splendide motivazioni e forti energie. La fede in Gesù Cristo contribuisce sicuramente a rendere solida la compagine della città”.

Nell’omelia il Cardinale ha anche rivelato che tra gli “angeli del fango” accorsi da tutto il mondo in soccorso della città ferita ci sono anche vescovi italiani, come Giuseppe Betori, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Luciano Monari, vescovo di Piacenza e vicepresidente della Cei, Diego Coletti, vescovo di Livorno e Mansueto Bianchi, ex vescovo di Volterra, proprio stamani nominato dal Papa alla guida della diocesi di Pistoia.

“Oggi, a 40 anni di distanza – ha detto Antonelli – la memoria di quel tragico evento rimane ben viva e in parte rimangono aperte dolorose ferite. Rimane però assai viva anche la memoria delle forti energie morali e della splendida solidarietà che si svilupparono allora come risposta alle sfide della calamità naturale. L’amore per Firenze e la gran voglia di soccorrerla si concretizzò specialmente in quel bellissimo fenomeno che fu giustamente denominato ‘Gli angeli del fango’. Firenze, duramente colpita, seppe reagire con le sue doti migliori”.

“Paolo VI, venuto a portare la gioia del Natale di Cristo e a incoraggiare, in suo nome, la rinascita della città – ha aggiunto il cardinale – dichiarava di avere piena fiducia nella ‘tempra fiorentina’. La fiducia del Papa non era infondata. Effettivamente la popolazione già si era messa prontamente all’opera con ammirevole impegno. A conclusione dell’omelia lasciò ai fiorentini una precisa consegna: ‘rinascere popolo vivo e unito; popolo laborioso e credente; popolo fedele alla sua tradizione e moderno. Da allora molte cose positive senz’altro sono state fatte. I laboratori fiorentini si sono posti all’avanguardia per la scienza e la tecnica del restauro e hanno acquistato meritatamente fama internazionale. Molto però resta ancora da fare. Grande è ancora la quantità di beni storici e artistici che attende di essere recuperata. Il bacino dell’Arno ancora non è stato messo in sicurezza e occorrono ingenti risorse per i lavori necessari”. (ANSA).

40° alluvione, a Firenze tornano gli «Angeli del fango»