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ANNO GIUDIZIARIO IN TOSCANA; DRAGO: GRAVE CRISI GIUSTIZIA

“La crisi della giustizia toscana, come nel resto d’Italia, permane ed è grave”. Lo ha detto il presidente facente funzioni della Corte d’Appello di Firenze, Fabio Massimo Drago, nella sua relazione in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario a Firenze. Per Drago, a determinare la crisi sono soprattutto “l’assurda lentezza dei processi” e “l’insufficienza degli organici, sia della magistratura che del personale amministrativo”. “I rimedi fino ad oggi attuati dal legislatore – ha aggiunto – non hanno dato i frutti sperati”, così come i “provvedimenti emergenziali come l’indulto”. Per Drago, gli interventi legislativi “non sono stati d’aiuto”, e “i continui rimaneggiamenti del processo penale” sono “fonte di consistenti ritardi nella definizione dei procedimenti, che spesso finiscono nel tradursi nella sostanziale impunità di chi delinque”. In base ai dati diffusi durante la cerimonia, in Toscana nei tribunali la durata dei processi di primo grado è aumentata per i civili dell’1,92%, dai 389,4 giorni dell’anno giudiziario 2005-2006 ai 396,9 giorni del 2006-2007, mentre per i penali è diminuita del 3,63%, passando da 361,8 a 348,7 giorni. Un dato, quest’ultimo, che, seppur positivo, “lascia invariato il ritardo accumulatosi negli anni precedenti”. I processi penali in Corte d’Appello sono passati da 267 a 317 giorni, per un +15,75% contro il + 4,33% dell’anno passato; i civili da 875,46 a 996,79 giorni (+13,86%). Riguardo gli organici, Drago ha ricordato “la percentuale media di scopertura dell’organico nei tribunali dell’8,44% e del 4,95% nelle procure”.  “Il graduale venir meno della fiducia nell’amministrazione della giustizia” in Italia è un fenomeno “alla cui diffusione contribuiscono non poco talune intemperanze dei mezzi d’informazione o le cadute di stile di alcuni magistrati”, ha detto ancora Fabio Massimo Drago, nella sua relazione. Per Drago, che si riferiva al panorama italiano, tali cadute di stile dei magistrati sono avvenute “nell’esternazione pubblica delle proprie convinzioni in riferimento a vicende processuali che li coinvolgono personalmente o in ragione delle loro funzioni”. Aprendo il suo intervento, Drago ha parlato anche di “grande amarezza per le tensioni di questi giorni, che non offrono un’immagine di compostezza e che contribuiscono ad alimentare la sfiducia dei cittadini”.Durante la celebrazione dell’apertura dell’anno giudiziario, per circa due ore, una decina di lavoratori degli uffici giudiziari di Firenze ha dato vita ad un presidio davanti all’aula bunker, dove si svolgeva la cerimonia. La manifestazione era organizzata dai sindacati Fp-Cgil, Fps-Cisl, Uil-Pa di Firenze per chiedere, tra l’altro, “la fine dei rapporti di lavoro precario nell’amministrazione giudiziaria” e “la riqualificazione professionale delle lavoratrici e dei lavoratori”. I manifestanti hanno appeso uno striscione con le sigle dei sindacati e hanno distribuito volantini per spiegare i motivi del presidio. (ANSA).