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Amnesty International: Rapporto 2015, «un anno buio per i diritti umani nel mondo»

«È stato un anno scuro e difficile, ricco di crisi umanitarie e crimini di guerra contro l’umanità. Non si vedevano cose del genere dai primi anni Novanta», ha spiegato. «I Paesi occidentali continuano a violare il diritto internazionale, in particolare quello umanitario» e, a questo proposito, ha ricordato «i recenti bombardamenti sugli ospedali di Medici senza frontiere (Msf) in Siria».

Per il direttore generale di Amnesty Italia «c’è una generale indifferenza nei confronti dei diritti civili: il crollo dell’Europa dei valori è un elemento molto preoccupante. Oggi c’è molta indifferenza anche rispetto alla sofferenza delle persone e dei rifugiati che si accumulano alle frontiere dei Paesi europei». Infatti «la politica è infarcita di discorsi xenofobi e razzisti, seppur vietati dalla legge. Esiste un vero degrado della responsabilità e della moralità della politica». Per Rufini «viviamo in un panorama all’interno del quale la cosiddetta comunità internazionale è ormai assente e ciò è particolarmente preoccupante. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ad esempio, ha impiegato 4 anni per emettere la sua prima risoluzione, abbastanza insignificante, sulla guerra in Siria. Mentre la Turchia, invece, sta diventando la Libia del nostro decennio».

Toccando il tema del terrorismo, Rufini lo ha definito «una reminiscenza mai scomparsa» che «ci fa guardare con preoccupazione al mondo di oggi, che è privo di un governo globale, di un’autorità in grado di garantire il benessere e i diritti per la popolazione civile. Soprattutto in Occidente le cose stanno peggiorando ovunque». Rufini ha concluso il suo intervento ricordando la condizione delle donne che «non godono degli stessi diritti degli uomini, anzi in molti paesi c’è stato un peggioramento gravissimo della situazione. Ci sono donne vendute al mercato degli schiavi, matrimoni forzati per bambine di 10-12 anni e mutilazioni genitali femminili che continuano».

Nel corso della presentazione del Rapporto è stato lanciato il video «Here’s to you» in cui Roberto Saviano invita a cantare la ballata di Joan Baez ed Ennio Morricone, che negli anni Settanta onorò la storia di Sacco e Vanzetti, messi a morte negli Usa nel 1927. Un video «per tutti i Sacco e Vanzetti di oggi – ha detto Rufini – perché diventi il simbolo del rinnovato impegno di Amnesty in Italia e nel mondo, insieme a quanti crederanno che il mondo sarà migliore quando sentiremo nostre le ingiustizie del mondo».

«Nel campo dei diritti umani il nostro Governo sembra essere latitante»: è la denuncia di Antonio Marchese, presidente di Amnesty International Italia. «Da quest’anno – ha detto il presidente – il Rapporto si arricchisce dell’Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia, che ha lo scopo di evidenziare una serie di ostacoli che si pongono davanti al nostro Paese per il pieno rispetto dei diritti. Se dovessimo considerare i 10 punti come altrettante materie di studio, ci sarebbero poche sufficienze e alcune insufficienze particolarmente gravi». Partendo da questa premessa il presidente dell’associazione ha elencato quelle che, secondo Amnesty, sono vere e proprie violazioni dei diritti umani in Italia: «I problemi legati all’immigrazione, le violenze nelle carceri, l’esportazione di armi, il mancato rispetto della libertà sessuale e culturale e la mancata punizione del reato di tortura».

«Chi, trovandosi in Italia in questo momento, avesse commesso atti di tortura, potrebbe dormire sonni piuttosto tranquilli, nella maggior parte dei casi», ha spiegato: «È sufficiente, infatti, che sia trascorso un po’ di tempo, neanche tanto, perché scatti la prescrizione. Finché non ci sarà un reato di tortura punito severamente e con un termine di prescrizione sufficientemente lungo, la situazione è destinata a rimanere questa e della gravità di questa situazione non sembrano rendersi conto le istituzioni italiane. La Commissione giustizia del Senato ha smesso del tutto di parlarne. La stessa Commissione che ha fermato i lavori della creazione di una legge contro l’omofobia». «In Italia esiste ancora il reato di soggiorno illegale, nonostante molte autorità giudiziarie ne abbiano riconosciuto la natura controproducente – ha ricordato Marchese – e purtroppo il diritto penale viene piegato a scopi di comunicazione politica». «I diritti umani – ha concluso – sono ancora considerati argomento sacrificabile nell’agenda politica: se ci sono da discutere argomenti economici, i diritti umani vengono messi in secondo piano. Noi vorremmo essere sicuri che questo non accada nei rapporti con l’Egitto, nella vicenda che riguarda Giulio Regeni. Il presidente del Consiglio Renzi ha detto: ‘Se qualcuno pensa che possiamo accontentarci di una verità raccogliticcia, sappia che non c’è business che tenga, non c’è diplomazia che tenga’. Noi non possiamo che essere assolutamente d’accordo: l’Italia deve pretendere la verità».