Italia

Anziani: aumentano le rette nelle Rsa, diminuiscono i contributi

Un sistema ancora poco conosciuto, di cui «non esiste un censimento», che offre servizi frammentati, disomogenei, con carenze organizzative e mancanza di controlli adeguati. È il quadro che emerge dell’indagine nazionale condotta dall’Auser sulle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa), strutture dedicate all’assistenza degli anziani non autosufficienti, gestite direttamente o tramite convenzione dal Servizio sanitario nazionale.

Una ricerca perseguita «non per denunciare», ha precisato questa mattina in conferenza stampa Michele Mangano, presidente Auser, ma per «sollecitare un intervento più organico per una legge nazionale quadro sulla non autosufficienza in linea con gli altri Paesi d’Europa»: una legge che ponga «al centro la persona e la personalizzazione dell’intervento», ha auspicato Mangano, che privilegi «la domiciliarità permettendo alle famiglie la presa in carico dell’anziano». Secondo recenti stime circa il 2% degli ultra 65enni in Italia è ricoverato in strutture residenziali, il 3,6% quelli seguiti a domicilio; la media europea si attesta al 5% di ricoverati e 7% di assistiti. «Quando la famiglia non riesce a sopportare il forte impegno richiesto per la cura dell’anziano – denuncia l’Auser – l’istituzionalizzazione e il ricovero nelle Rsa risultano ancora le uniche forme di assistenza possibili».

«Quello del nostro Paese è un welfare familistico», ha ribadito Francesco Montemurro direttore dell’Istituto ricerche economiche e sociali (Ires) «Lucia Morosini» illustrando i dati della ricerca, secondo cui dal 1983 al 2009 si è assistito a una diminuzione del numero delle famiglie che beneficiano di aiuti dal Ssn, passando dal 28,9% al 16,7%. Secondo i dati forniti dall’Auser, in Italia sono circa 3 mila le Rsa distribuite in modo «disomogeneo» sul territorio; l’80% delle strutture si trova infatti nel Nord. Le Rsa forniscono circa 240 mila posti letto residenziali o semiresidenziali, a fronte di un fabbisogno che si avvicina a 500 mila: l’assistenza domiciliare viene invece erogata a circa 530 mila anziani sui circa 870 mila che ne avrebbero bisogno.

I tempi di attesa per il ricovero dell’anziano ruotano attorno a un numero che va dai 90 ai 180 giorni: fino a 11 mesi nella Regione Lazio. Secondo l’Auser, tra il 2007 e il 2012 gli importi medi richiesti alle famiglie per il ricovero dell’anziano sono aumentati del 18,5% per la retta minima e di 12,8% per la retta massima. La causa, secondo Montemurro, è nella «carenza di modelli organizzativi unitari» oltre che nella «riduzione dell’impegno finanziario delle Regioni a sostegno delle Rsa».