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Assemblea Fisc, padre Lombardi: così comunica papa Francesco

Dal punto di vista comunicativo, padre Lombardi si è definito «un piccolo imitatore del nostro grande Capo», riferendosi alla «straordinaria capacità comunicativa» di Papa Francesco, che non si esplica in “strategie pensate a tavolino” ma nasce “dalla coerenza tra ciò che il Papa dice e ciò che il Papa vive”. Tra i consigli ai giornalisti dei settimanali, padre Lombardi ha ricordato un consiglio che Papa Francesco dà ripetutamente: “Mettersi dalla parte dei poveri”, per capire quali sono “le conseguenze negative” delle scelte di certi modelli di società e “a partire da quelle, prendere posizione” su ciò che non va nel mondo. “Avete una capacità di lettura delle situazioni locali che nessuno può togliervi”, ha aggiunto.

Con Papa Francesco abbiamo assistito a un “cambio di atmosfera”, in virtù del quale “la Chiesa non viene più vista come una serie di proibizioni, ma come un’annunciatrice di amore e di misericordia”, ha detto padre Federico Lombardi, mettendo l’accento sul “capovolgimento”, sul “cambiamento di equilibrio tra il più ed il meno”, come “una delle caratteristiche principali di questo pontificato”, accanto al “primato dell’attenzione e del tempo dedicato ai malati, ai sofferenti”, ad esempio durante le udienze del mercoledì. Altri cambiamenti a cui ormai i fedeli si sono abituati: il cambiamento di residenza rispetto all’appartamento papale, dove avevano risieduto i suoi predecessori, e le Messe a Santa Marta, con l’omelia, come “un bravo parroco dovrebbe fare”, ha commentato padre Lombardi citando l’ampio spazio dedicato a questo tema all’interno dell’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, appena pubblicata. “Il Papa è riuscito a cambiare la prospettiva con cui la Chiesa si presenta e viene percepita dalla gente”, ha detto padre Lombardi, sottolineando che anche le “diverse forme di riforma” auspicate dal Papa vanno nel senso di “ripensare il servizio della Curia” non come “luogo di accentramento o di potere”, ma come “servizio competente”.

«A che cosa si deve il successo di Papa Francesco come comunicatore?» è stato chiesto a padre Federico Lombardi. “Al carisma personale – la risposta del portavoce vaticano – al fatto di aver affinato una grande sensibilità evangelica e dalla sua lunga esperienza di vita”. “Quello che fa Francesco non se l’è studiato a tavolino – ha proseguito il direttore della sala stampa della Santa Sede – è qualcosa di estremamente spontaneo, per questo è così efficace e affascinante”. “Il grande consenso che il Papa riscuote – ha proseguito – gli dà un’autorevolezza, a livello internazionale, molto grande”. “Conversando con gli ambasciatori – ha rivelato padre Lombardi – mi dicono che il peso della Chiesa cattolica è cresciuto molto rapidamente: la Chiesa è di nuovo una potenza che si fa sentire a livello internazionale”. Un esempio per tutti: il successo dell’iniziativa per la pace in Siria. “Se la Chiesa cattolica, con Papa Francesco, prende posizione e si muove sui grandi temi internazionali, si sente”, il commento di padre Lombardi.

C’è l’Asia nel “futuro” del Papa, perché Francesco “vuole dare grande attenzione a questo continente”, ha assicurarlo il direttore della sala stampa della Santa Sede, che all’assemblea della Fisc ha confermato che “possiamo aspettarci dei viaggi del Papa verso l’Asia, anche perché Benedetto XVI non li ha fatti”. Rispondendo alle domande, il portavoce vaticano ha affrontato anche – tra i numerosi altri – il tema della presenza delle donne nella Chiesa, osservando che Papa Francesco ne auspica una “promozione” , a livello di “responsabilità”, in “tutti gli spazi che non implicano l’ordinazione sacerdotale”. Tutto ciò, ha puntualizzato il portavoce vaticano, “non in omaggio al principio delle quote rosa, ma per valorizzare persone che ne hanno capacità, e ce ne sono tante”. Quanto all’ecumenismo, secondo padre Lombardi “è una situazione che può dare novità”, ad esempio nel dialogo con gli ortodossi, “soprattutto nel senso della sinodalità, parola che tocca una corda estremanente importante per la Chiesa orientale, in cui c’è una visione non centralistica”. I passi avanti in questo ambito, ha concluso padre Lombardi, sono da ricercare in quella che Papa Francesco definisce “cultura dell’incontro”.