Italia
BAMBINI, RAPPORTO ISTITUTO INNOCENTI: DESCRITTI DALLA STAMPA COME «PERICOLOSI O IN PERICOLO»
I bambini sono raffigurati sui giornali italiani come pericolosi o in pericolo, soprattutto in relazione ai temi della violenza e della salute. E’ un’immagine preoccupante dei minorenni italiani quella che emerge dall’ultimo Rapporto “Bambini e stampa”, realizzato dall’Istituto degli Innocenti con la collaborazione dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, presentato oggi a Roma. Il Rapporto tramite un monitoraggio di oltre 7000 articoli di quotidiani e periodici italiani pubblicati nel 2005 – si sofferma sui meccanismi narrativi riguardanti le vicende familiari, le problematiche educative, gli stili di vita degli adolescenti e la salute dei ragazzi. Dall’analisi, precisano i curatori, si registra l’aggravamento di quel processo di drammatizzazione e di allarmismo riguardo ai minori: Da quel varco ragazzi e bambini non possono che entrare come carnefici o vittime, come soggetti devianti o deboli, per costruire una rappresentazione speculare di adulti violenti, di un mondo che ammala, ben oltre il dato di realtà. Di violenze agite o subite dai ragazzi, infatti, si parla in 1200 articoli. La stampa spiegano Stefano Laffi e Lucia Nencioni ci racconta come i bambini paghino il prezzo più alto nelle esplosioni delle tensioni familiari, ma ci offre anche lo specchio dei comportamenti violenti degli adolescenti, in un crescendo inquietante e spesso incomprensibile.
Anche il tema della salute, aggiungono, è tra i più gettonati dai media italiani perché si trova in ben 1200 articoli, nonostante gli indicatori di salute dei minorenni italiani, se messi a confronto con quelli di altri Paesi europei, non sembrino indicare elementi di reale preoccupazione. Eppure i dati sono spesso una chiave per drammatizzare sottolinea Enrico Moretti – e uno strumento per disegnare un profilo spesso artificioso, se non proprio inventato, dei nostri bambini. Ecco quindi comparire sulla stampa italiana quasi solo bambini stressati o depressi oppure obesi, come se i bambini normali non esistessero. Secondo i curatori si tratta di una strana schizofrenia: sono gli stessi giornali in cui le inserzioni pubblicitarie costruiscono all’opposto l’immaginario di un’infanzia incantevole . L’immagine dei giornali, osservano, contrasta con la realtà, mentre anche nel paesaggio urbano i bambini sono scomparsi, e non solo perché sono numericamente di meno, ma anche perché stanno reclusi in casa o transitano in città velocemente ingabbiati nelle automobili o sigillati in passeggini carenati. In questa invisibilità dell’infanzia dalla scena comune, rilevano, c’entra la paranoia dei genitori, ma pesa anche l’inospitalità dei luoghi pubblici, perché i bambini non possono stare in strada, o andare in bici, o giocare a pallone in giro, né scorazzare nei cortili.