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BOMBA A REGGIO CALABRIA: PREOCCUPAZIONE DEI VESCOVI, «COLPITO LO STATO»

La Calabria è “continuamente colpita da atti di violenza e di criminalità. Questa volta ancora di più perché si è alzato il tiro colpendo una istituzione importante come quella della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. E questo preoccupa e non poco”. Ad affermarlo al Sir è il presidente della Conferenza Episcopale Calabra, mons. Vittorio Luigi Mondello dopo la bomba ad alto potenziale di fabbricazione artigianale fatta esplodere poco prima delle 5 di ieri mattina contro il portone di ingresso agli uffici della procura generale reggina. Un episodio “grave perché finora non si erano mai registrati atti contro i magistrati”, aggiunge il presule che è anche arcivescovo di Reggio Calabria-Bova: “è la prima volta che succede una cosa di questo genere e questo è preoccupante. Invece di fermarsi si alza il tiro e si colpisce lo Stato”. Mons. Mondello ha avuto questa mattina una conversazione telefonica con il Procuratore Generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, che “mi ha assicurato il loro impegno, così come è giusto non sottovalutando questa escalation di attentati che vanno a toccare anche le strutture dello Stato”. “Siamo di fronte – afferma mons. Mondello – a gente violenta, senza scrupoli e senza coscienza. Noi continueremo a lavorare combattendo questi sistemi, predicando un messaggio di speranza e di coesione”. “Lo abbiamo ripetuto – aggiunge il presidente dei vescovi calabri – anche in questo Natale: basta alla ricerca smodata di ricchezza e di comodità all’origine spesso di atti criminali. Non basta parlare di speranza: bisogna essere uniti nella comunione: se siamo in comunione possiamo portare a speranza”. Per mons. Mondello “dobbiamo lavorare affinchè questo messaggio possa essere accolto dalle comunità calabresi”. “Questa città – afferma Vincenzo Schirripa, responsabile della Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Reggio Calabria-Bova – ha le risorse per reagire: sarebbe il momento di tirarle fuori”. Per Schirripa occorre “lavorare nel quotidiano. Ognuno di noi – ha addetto al Sir – è immerso in un tessuto di relazioni dove poter trasmettere messaggi di speranza e poter isolare la parte malata del tessuto sociale”. “Parliamo – conclude Schirripa – di sfida educativa: incarnare questa sfida educativa dalla nostre parti significa misurarsi anche con questi fenomeni”. Da qui l’impegno a lavorare per costruire “un tessuto di relazioni sane, una economia sana ed isolare questi fenomeni che si manifestano anche in modo eclatante”.Sir