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BOSSI-FINI: MIOLI (MIGRANTES CEI): NON CI SONO PARTICOLARI NOVITÀ; NORME CHE NON TROVANO CONSENSO

Via libera alla “nuova” Bossi-Fini. Ieri, infatti, è arrivato dalla Camera l’ok definitivo al decreto legge 241 deliberato dal Governo per aggiornare la legge 189 del 2002, dopo che la Consulta, lo scorso luglio, aveva bocciato le espulsioni coatte senza contraddittorio e l’arresto obbligatorio per lo straniero che non ha rispettato l’ordine di espulsione.

“Non ci sono particolari novità – commenta al Sir padre Bruno Mioli, direttore dell’ufficio per la pastorale degli immigrati e dei profughi della Fondazione Cei Migrantes, – mi riferisco, ad esempio, alla convalida delle espulsioni da parte del giudice di pace (entro 48 ore, ndr). Manca il riferimento al reato di immigrazione irregolare, come qualche forza della maggioranza aveva chiesto, ma chi viene sorpreso, dopo l’intimazione ad uscire, ancora in Italia, rischia il carcere da 1 a 4 anni. Norme che non trovano il nostro consenso. Come pure il fatto di affrettare il rinnovo del permesso di soggiorno utilizzando poste e banche”.

“Le Poste – spiega, infatti, padre Mioli – possono ricevere un plico ma non verificarne la completezza della documentazione contenuta. E’ una lungaggine che non risolve nulla”. A questo riguardo, per il direttore, “i patronati, o altre istituzioni simili, potrebbero meglio verificare l’esattezza delle pratiche per trasmetterle correttamente alla Questura”.

Circa lo stanziamento di 6,4 milioni di euro per i centri di accoglienza nei Paesi di origine degli immigrati, padre Mioli conclude: “speriamo che si tratti di forniture di carattere assistenziale non di incoraggiamento per instaurare in quei centri permanenza temporanea che dispenserebbero l’Italia dall’accogliere questa gente destinata all’espulsione”. Sir