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Belletti (Forum Famiglie): parto anonimo e provetta, un non-sense sospetto

«C’è una palese contraddizione tra la scelta di cercare un figlio a tutti i costi attraverso la fecondazione artificiale e la pretesa libertà di poter poi partorire quel figlio e abbandonarlo subito dopo» commenta così Francesco Belletti, presidente del Forum, l’approvazione in Commissione alla Camera dell’emendamento che estende ai figli nati in provetta il parto in anonimato.

«La possibilità di non riconoscere il figlio alla nascita – continua – è un’alternativa alla scelta abortiva per le donne in difficoltà ed è quindi giusto difenderla e promuoverla, ma estenderla alle donne che hanno fatto ricorso alla fecondazione artificiale è veramente un non sense. La procreazione medicalmente assistita è un atto pubblico che coinvolge diverse figure professionali e di cui rimane traccia nelle cartelle cliniche e nei registri dei centri autorizzati. Che senso ha all’improvviso far finta che tutto ciò non sia esistito? La procreazione medicalmente assistita comporta una complessa serie di interventi, terapie e procedure a cui la donna deve necessariamente sottoporsi; ha quindi costi psicologici, relazionali, economici e sanitari notevolissimi. Ciò significa che la coppia, ed in particolare la donna, hanno fortemente voluto quella gravidanza. Cosa mai deve succedere perché rinuncino al figlio proprio al momento della nascita?».

«L’incongruenza è così palese da rendere lecito il dubbio che il vero obbiettivo del voto parlamentare non sia estendere un diritto ma dare una nuova picconata alla legge 40» conclude Belletti. «Temiamo che questo atto finisca per aprire la porta ad “uteri in affitto” ed a maternità surrogate, pratiche inaccettabili cui la legge 40 aveva chiuso la porta».