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Blitz polizia francese a Bardonecchia: Farnesina giudica risposta di Parigi «non soddisfacente»

L’episodio è diventato un vero incidente diplomatico fra Italia e Francia: in giornata, l’Ambasciatore francese è stato convocato alla Farnesina. I gendarmi, che hanno compiuto il gesto senza alcun avviso e permesso, hanno costretto un migrante che avevano riaccompagnato in Italia a sottoporsi al test delle urine perché sospettato di spacciare droga. Tutto è avvenuto sotto gli occhi degli operatori dell’associazione, dei medici e degli altri ospiti. Una «grave ingerenza nell’operato delle Ong e delle istituzioni italiane», si legge in una nota diffusa dalla Rainbow4Africa che ha aggiunto che «un presidio sanitario è un luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra». In effetti quanto accaduto si configura come un vero sconfinamento in Italia delle forze dell’ordine di un altro Paese.

Tutto è avvenuto in pochi minuti. La squadra di gendarmi ha riaccompagnato in Italia un migrante, come accade molte volte, ma invece di lasciarlo in stazione a Bardonecchia i poliziotti sono entrati nella sala di Rainbow4Africa costringendo il profugo ad effettuare il test e intimidendo i presenti. Per far uscire i gendarmi è dovuta intervenire la polizia italiana del Commissariato di Bardonecchia. La gravità di quanto accaduto fa presumere che tutto adesso abbia ripercussioni diplomatiche: dopo poche ore infatti l’ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, è stato convocato dal Ministero degli esteri. «Abbiamo chiesto spiegazioni al governo francese e all’Ambasciata di Francia a Roma – è stato fatto sapere -, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione».

Intanto Rainbow4Africa – che non ha interrotto il lavoro di assistenza -, ha già ricordato i «principi inviolabili di indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità» e come invece gli agenti della Dogana Francese abbiano violato tutto questo. «Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni – ha commentato subito Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa -. Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti». Mentre Lorenzo Trucco, presidente di Asgi (l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, i cui componenti erano presenti quando è accaduto l’episodio), ha aggiunto: «Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l’Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità umana, intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione».

Il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato, ha aggiunto: «Non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più. Quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori. L’accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. È uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza».

Infuria intanto la polemica politica che è arrivata anche a chiedere di espellere dei diplomatici francesi. Ma gli osservatori del diritto internazionale hanno sottolineato la necessità di non enfatizzare troppo la vicenda. «I gendarmi francesi hanno sicuramente compiuto una violazione della legge, ma circoscritta, modesta, sulla quale il prefetto di Torino, persona molto sensibile su questi temi, chiederà ovviamente spiegazioni, ma attenzione a non enfatizzare questa vicenda, che non è così macroscopica», ha per esempio commentato Edoardo Greppi, docente di diritto internazionale all’Università di Torino. Greppi ha poi precisato che «il diritto internazionale riconosce ogni Paese sovrano sul suo territorio, ma ammette che un altro Paese possa agire su tale territorio previa autorizzazione, cosa che in questo caso non è avvenuto. Cosa strana, aggiungo io, giacché le polizie di frontiera hanno rapporti praticamente quotidiani. Ora bisogna capire perché questo è avvenuto. È giusto che l’Italia si esprima su questa vicenda, ma con toni non bellicosi».

L’Italia non è soddisfatta della risposta della Francia. Per questo, il Viminale sta valutando se sia il caso di sospendere la possibilità concessa alle forze di polizia francesi di entrare in territorio italiano. È la risposta arrivata a stretto giro di posta da parte di fonti del ministero alle spiegazioni offerte da Parigi dopo la convocazione alla Farnesina dell’Ambasciatore di Francia. La risposta di Parigi è stata giudicata «non soddisfacente e inesatta». Questo perché, per esempio, le autorità francesi sapevano che «i locali della stazione di Bardonecchia, precedentemente accessibili ai loro agenti, non lo sono più, essendo adesso occupati da una organizzazione non governativa a scopo umanitario», ha spiegato la Farnesina. Proprio per questo, fra l’altro, a metà aprile è già stato fissato un incontro a Torino per capire come affrontare la situazione. Quanto è accaduto, è ancora il commento della Farnesina, «mette oggettivamente in discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera».