Italia

Bologna, in 200 mila alla marcia di Libera per la giornata contro le mafie

Presente in piazza, tra le autorità, il presidente del Senato, Piero Grasso, i leader sindacali, la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, il giudice Gian Carlo Caselli e il presidente di Libera, don Luigi Ciotti.

Il corrotto non venga punito soltanto con il carcere, ma gli vengano confiscati i beni, quei beni che ha acquisito grazie a quella mazzetta». È la richiesta che rivolge don Tonio Dall’Olio di Libera, parlando al Sir a margine del corteo di Libera e Avviso pubblico per la XX Giornata di memoria e impegno per le vittime innocenti delle mafie». «Oggi – ricorda don Dall’Olio – sappiamo che le mafie non sono soltanto la criminalità organizzata, ma un sistema di potere: le mafie crescono mazzetta contro mazzetta». Per questo, secondo il sacerdote, bisogna rafforzare l’azione di Libera, della società civile e della politica su tre versanti: lotta alle mafie, lotta alla corruzione e promozione dei diritti.

«Mafie e corruzione – aggiunge – non sono cose diverse tra loro. La mafia si nutre di corruzione». Ecco, quindi, che la prima strada per lottare contro la corruzione è la medesima percorsa con successo contro la mafia. «Vent’anni fa, con un milione di firme, avevamo proposto in parlamento – ricorda Dall’Olio – che potessero essere usati per finalità sociali i beni confiscati ai mafiosi e ai corrotti: il parlamento approvò una legge che consentisse l’uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi, stralciando la parte dei corrotti». È ora di riprendere quella proposta: questo, conclude, «scoraggerebbe la corruzione e segnerebbe un avanzamento del nostro Paese».