Italia

CARCERE, FINITO EFFETTO INDULTO, CRESCONO I DETENUTI

In Italia “se non ci fosse stato l’indulto oggi saremmo a 80 mila detenuti e forse ci sarebbe stata una sollevazione per una situazione intollerabile”. Lo ha detto Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del comune di Firenze, parlando a margine della presentazione della nuova edizione dell’Osservatorio della Fondazione Michelucci sulla situazione delle carceri in Toscana. “La percentuale di rientro – ha proseguito – dei cosiddetti indultati è stata in Italia di circa il 20%. La percentuale di recidiva ‘normale’, cioé di quelli che scontano la pena fino all’ultimo giorno, è di oltre il 60%, mentre di quelli che vanno in misura alternativa è del 17%. Sono stati smentiti – ha aggiunto Corleone – i ‘corvi’ che avevano detto che dopo l’indulto tutti sarebbero rientrati subito. Le speranze nate dopo l’indulto si sono dimostrate fallaci non per colpa del provvedimento: la campagna mediatica di criminalizzazione all’indulto – ha concluso – ha avuto un grosso peso nell’impedire le riforme necessarie”. A circa un anno dall’approvazione dell’indulto, dagli istituti penitenziari toscani sono uscite 1.636 persone, 877 italiani (53,6%) e 759 stranieri (46,4%). Rispetto al dato nazionale, che vede 26.756 persone uscite (61,6% italiani, 38,4% stranieri), la quota dei detenuti stranieri che hanno beneficiato dell’indulto è stata superiore di circa 8 punti percentuali. Sono alcuni dei dati emersi dalla nova edizione dell’Osservatorio della Fondazione Michelucci, sulla situazione delle carceri in Toscana, presentata oggi a Firenze. Nel corso del convegno, è emerso che al 30 giugno 2006 la popolazione detenuta in Toscana ammontava a 4.106 persone; è scesa poi al 2.635 al 31 agosto 2006, per poi tornare a salire a 3.236 al 18 settembre 2007. Stesso andamento anche a livello nazionale: dai 61.264 detenuti al giugno 2006, si è arrivati ai 38.847 nell’agosto dello stesso anno, per poi aumentare fino a 45.612 al 31 agosto 2007. Al 30 giugno 2006 la popolazione detenuta toscana era di 4.106 persone (210 le donne, 5,1% del totale) e i detenuti di origine straniera erano 1.660 (93 le donne) pari al 40% del totale, contro il 33% a livello nazionale. Nel 2000 erano 3.900, oltre i 4.000 a partire dal 2003. I detenuti tossicodipendenti erano circa il 30%, gli alcoldipendenti il 3%, quelli affetti da Hiv il 2% circa. Questo, è stato spiegato, conferma anche in Toscana la tendenza nazionale al ricorso alla cosiddetta detenzione sociale. Ad inizio 2007 la presenza straniera era salita al 43,3% del totale, più del 3% rispetto a sei mesi prima: su 2.864 detenuti gli stranieri erano 1.241 (54 le donne). A Sollicciano (Firenze) si è riusciti a restare sotto le 800 unità, attraverso il ricorso a periodici sfollamenti verso altre strutture. La popolazione complessiva a metà settembre 2007 aveva già superato di circa 380 unità la capienza regolamentare (fissata allora dall’amministrazione penitenziaria in 2.848 posti). Gli stranieri, evidenzia il rapporto della Fondazione Michelucci, sono aumentati in tutte le case circondariali della regione, dove gli Istituti penitenziari per adulti sono 18 (19 con la struttura di Pontremoli); la Toscana é tra le regioni a più alta concentrazione di Istituti e accoglie tutte le tipologie di penitenziari: 12 case circondariali (Arezzo, Empoli, Firenze Mario Gozzini, Firenze Sollicciano, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Marittima, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, di cui Empoli, Firenze Mario Gozzini e Massa Marittima a custodia attenuata), 5 case di reclusione (Gorgona, Massa, Porto Azzurro, San Gimignano, Volterra), 1 Ospedale Psichiatrico Giudiziario (Montelupo Fiorentino) e l’Istituto femminile di Pontremoli che dipende dalla direzione di Massa. Alla presentazione del rapporto, aperta dal presidente della Fondazione Michelucci Alessandro Margara, oltre a Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del comune di Firenze, è intervenuto anche l’assessore regionale alle politiche sociali Gianni Salvadori: “La presenza in carcere è di nuovo a livelli elevati – ha dichiarato – e se ciò sta accadendo lo dobbiamo soprattutto a due leggi, la Bossi-Fini sull’immigrazione e la Fini-Giovanardi sulle tossicodipendenze. I dati che abbiamo a disposizione grazie alla Fondazione sono preoccupanti. Dobbiamo attivarci al più presto – ha aggiunto – per consentire a chi entra in carcere di essere accolto in maniera dignitosa e a chi ne esce di potersi totalmente reinserire nella società. Stiamo lavorando a due progetti che dovrebbero partire all’inizio del 2008: uno per aumentare il numero di operatori all’interno degli istituti e l’altro per creare percorsi concreti di lavoro per chi esce. Metteremo a disposizione 370 mila euro, 120 mila per il primo progetto e 250 mila per il secondo. Un altro impegno che abbiamo preso – ha concluso l’assessore – riguarda un progetto avviato nel carcere di Porto Azzurro destinato agli ipovedenti”. (ANSA).