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CARCERI: DON NOZZA (CARITAS), «UN PROBLEMA CULTURALE», NON SOLO DI ORDINE PUBBLICO

“La questione carcere è sempre più culturale: cresce un modo di rapportarsi con il carcere come esclusione e non come inclusione nella nostra società: lo dimostra il fatto che mancano investimenti nelle strutture penitenziarie, nella risocializzazione e nelle risorse vive, capaci di ricostruire relazioni: non basta custodire”. Lo sostiene don Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, intervenuto stamani all’apertura del XXXV convegno nazionale del Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario (Seac), sul tema “Giustizia e società: volontariato oggi”, che si concluderà domenica 15 settembre. Nel mondo del volontariato carcerario “assistiamo al moltiplicarsi dei servizi, mentre diminuisce il calore nel contesto generale: il detenuto sente ‘freddo’, cioè l’indifferenza che cala su di lui soprattutto all’uscita dal carcere”, ha osservato don Nozza.

Anche don Sandro Spriano, cappellano del carcere romano di Rebibbia, ha invitato a una maggiore attenzione nei confronti dei reclusi: “Vivono nello scoraggiamento e nell’apatia, in attesa della conclusione della pena, senza alcuna speranza. Non c’è più quella motivazione e forza che li animava due anni fa”, durante il Giubileo, quando i detenuti auspicavano che la voce del Papa fosse ascoltata “con la concessione dell’indulto. Ora tutte le buone intenzioni delle misure alternative sono svanite; quindi occorre sostenere anche dall’esterno la protesta che i detenuti di 60 carceri stanno portando avanti in questi giorni”.Sir