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CATTOLICI E POLITICA: PRESENTATO OGGI A ROMA MANIFESTO «PER IL BENE COMUNE»

“Siamo orgogliosi di essere italiani, portatori di valori, di cultura, tradizioni, apprezzati nel mondo e consapevoli di avere un destino comune nel confrontarci con nuovi protagonisti della competizione internazionale, per avviare una nuova stagione di sviluppo e per dare risposte positive alle giovani generazioni, ai territori meno sviluppati, alle persone bisognose”: lo dice il “Manifesto per la buona politica e per il bene comune” (Il testo del Manifesto per la buona politica e per il Bene comune) presentato oggi a Roma da parte del “Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cristiana nel mondo del lavoro”, portavoce Natale Forlani. Del Forum fanno parte Cisl, Mcl, Acli, Confcooperative, Confartigianato, Cdo, Coldiretti, che si sono unite – come spiegano nel manifesto – in vista di una “grande, generosa, generale mobilitazione delle energie civili, sociali, imprenditoriali degli italiani che metta in moto le forze positive che si esprimono nella società al servizio del bene comune”. Il manifesto afferma che “per fare questo c’è bisogno di una buona politica e di classi dirigenti preparate, motivate, che sappiano suscitare emulazioni positive nelle nostre comunità, sappia renderle accoglienti verso le persone che vengono da altri Paesi, aperte alla prospettiva di portare a compimento la costruzione degli Stati Uniti d’Europa”.Il manifesto rivolge un appello “alla politica, al mondo intellettuale, ai protagonisti del mondo del lavoro e dell’associazionismo sociale, a partire da coloro che si richiamano e si riconoscono nei valori cristiani per condividere insieme analisi e proposte per impostare un’agenda politica che affronti, con forza, costanza e visione di lungo periodo le questioni decisive”. L’intento è di “fare comunità” ripartendo dai valori comuni per poter affrontare le difficili sfide economiche e sociali di questi giorni. Il testo afferma in merito che “ridurre il debito pubblico è fondamentale non solo per evitare al nostro Paese rischi imponderabili per la sua sostenibilità, ma anche perché sono i ceti meno abbienti e le giovani generazioni le vittime predestinate di uno stato indebitato”. Questi risultati si potranno ottenere solo se si riuscirà anche a “ridurre i costi della politica, contrastare le rendite di posizione, l’evasione e l’elusione fiscale e le forme parassitarie e assistenziali che ancora caratterizzano molti ambiti delle amministrazioni pubbliche delle politiche economiche e sociali, risparmiare energia, utilizzare al meglio le risorse disponibili”. Il documento parla poi di sostegno alle famiglie, miglioramento del sistema educativo e costruzione di “un ambiente favorevole alle imprese”.Proprio riguardo al fattore lavoro ed occupazione, il manifesto afferma che “il nostro sviluppo dipenderà dalla capacità di generare nuove imprese, sviluppare quelle esistenti, attrarre nuovi investimenti, soprattutto in territori meno sviluppati del Mezzogiorno” e quindi auspica che si dia “un valore positivo a chi fa impresa e intraprende”. Per ottenere questi risultati è altresì necessario – si dice nel testo – considerare “la crescita ed il coinvolgimento delle risorse umane un fattore competitivo per il successo delle imprese sul mercato e una potente leva per la diffusione della produttività e della qualità del lavoro. Anche per questo, dobbiamo sviluppare relazioni sociali e sindacali che facciano leva sulla cooperazione”. In vista dell’uscita dell’Italia dalla attuale crisi, il manifesto afferma poi l’esigenza di “innalzare la qualità della classe dirigente del nostro Paese e promuoverne il rinnovamento qualitativo, generazionale e di genere”. Nella parte conclusivo c’è l’affermazione che “l’Italia ce la può fare”, grazie anche alla presenza cattolica. I firmatari dichiarano di voler intervenire “insieme, credenti e non credenti, convinti che i valori, ed i contenuti che ispirano questo manifesto possano costituire un punto di riferimento per l’intera comunità nazionale”. Primo passo concreto sarà un seminario previsto in autunno “per studiare i programmi da veicolare sulla politica”.Sir