Italia

CITTADINANZA FIGLI IMMIGRATI; ACLI: ACCOGLIERE APPELLO NAPOLITANO; MONS. NOZZA (CARITAS): E ORA UNA LEGGE

(Fiuggi, dall’inviata SIR) – Grande è la soddisfazione di Caritas italiana per la dichiarazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a favore della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati che nascono o giungono in Italia in tenera età. “Questo pronunciamento dà bellezza alle iniziative della Campagna ‘L’Italia sono anch’io’ (www.litaliasonoanchio.it) che portiamo avanti insieme a diverse realtà impegnate non ideologicamente a fianco degli immigrati – dichiara al SIR mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana, a margine del 35° convegno nazionale delle Caritas diocesane in corso a Fiuggi”. Il suo auspicio “è che si metta mano, in maniera seria, graduale e responsabile ad una legge concreta, rivedendo e ritoccando quei provvedimenti che finora non hanno facilitato l’integrazione dei figli degli immigrati nella società italiana”. Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, ricorda che la Campagna “L’Italia sono anch’io” sta raccogliendo migliaia e migliaia di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che permetta la concessione della cittadinanza secondo il principio dello “ius soli” e non “ius sanguinis” come vige ora, solo al compimento del 18° anno di età. La proposta di legge chiede, inoltre, di ridurre il periodo di permanenza in Italia per la concessione della cittadinanza a 5 anni (anziché 10) e dare il diritto di voto amministrativo agli immigrati. “E’ giusto che anche chi non vuole diventare cittadino italiano – commenta al SIR Forti – abbia il diritto di poter scegliere chi farà scelte per lui, come accade in quasi tutti i Paesi europei. Su questo tema si dibatte da anni, ci sono tante proposte di legge in Parlamento. Speriamo ora vengano superate le resistenze di certi schieramenti, che rischiano di non fare i conti con la realtà”.“E’ possibile fare oggi ciò che sembrava impossibile fino a poche settimane fa. Svincolate da obblighi di coalizione e di sostegno alla compagine di governo, le forze politiche presenti in Parlamento sono oggi nelle condizioni di accogliere l’appello incalzante del presidente della Repubblica per l’attribuzione della cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia”. Ad affermarlo è il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, che commenta il nuovo appello di Giorgio Napolitano al riconoscimento dei “nuovi italiani”. “E’ vero ciò che dice il presidente della Repubblica: negare la cittadinanza italiana a questi bambini è una vera follia. Solo un pregiudizio ideologico e demagogico ha impedito finora di procedere in questa direzione, come richiesto da larga fetta della società civile”. Da settimane le Acli portano avanti con altre 18 organizzazioni della società civile – dalla Caritas all’Arci, alla Cgil – la campagna “L’Italia sono anch’io”, che punta a raccogliere 50mila firme per la presentazione di due proposte di legge: una proprio sulla cittadinanza ai figli degli stranieri, l’altra sul voto alle elezioni amministrative per gli immigrati stabilmente residenti .Insiste Olivero: “In un Paese in cui oramai vivono circa un milione di minori stranieri, metà dei quali nati in Italia, il riconoscimento del diritto di cittadinanza dalla nascita è un innanzitutto un obbligo morale, di cui le forze politiche responsabili non possono non farsi carico. Superare il principio del diritto di sangue per aprire la nostra democrazia al diritto di suolo, è un modo per ‘mettere fine ad una follia’ che fa crescere inutili rancori tra i cittadini immigrati che già oggi contribuiscono a migliorare il nostro Paese. E’ giunto il tempo per il Parlamento di fare la sua parte”. (Sir)