Italia

CONFERENZA FAMIGLIA: DONATI (SOCIOLOGO), UN NUOVO WELFARE

(Milano) – Un nuovo welfare “di tipo relazionale, sussidiario e societario”, “basato sulla riconsiderazione della famiglia come soggetto sociale”. È la richiesta del sociologo Pierpaolo Donati, direttore scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, alla Conferenza della famiglia in corso a Milano (da oggi al 10 novembre). “Le politiche sociali di tutela e promozione della famiglia – ha rimarcato Donati – hanno oggi l’esigenza di orientarsi verso un ‘nuovo welfare’”, caratterizzato da interventi “alla ricerca di buone pratiche che siano in grado di tutelare tutti i membri della famiglia, non solo donne e bambini, in un contesto relazionale che deve avere e mantenere, generare e rigenerare un carattere ‘familiare’”. Guardando alla dimensione europea e alla “pluralità di forme familiari” che vengono rilevate, Donati ha rilevato che “queste diverse forme devono avere qualcosa in comune affinché si possa parlare in senso specifico di relazioni familiari”, devono produrre “beni relazionali” e “le politiche sociali possono essere definite come ‘familiari’ a condizione che abbiano come obiettivo il ‘fare famiglia’, non altri scopi, seppure nobili e positivi”.Le politiche pubbliche nell’Italia degli ultimi decenni “sono caratterizzate da interventi minimali” verso la famiglia, che nei prossimi anni “sarà sempre meno in grado di agire come ammortizzatore sociale”, denuncia, nella sua relazione, Pierpaolo Donati, che evidenzia come un “Piano nazionale delle politiche per la famiglia” – la cui elaborazione è in corso e del quale alla Conferenza viene presentata una bozza – non debba cedere “né all’individualismo istituzionalizzato, né a una concezione neutra e puramente aggregativa di famiglia”, intendendo invece “la famiglia come soggetto sociale” e promuovendo “le sue funzioni sociali”. Il sociologo ricorda che “l’Italia si distingue rispetto alla media europea per la bassa natalità, il forte invecchiamento della popolazione, l’età più avanzata al primo matrimonio, la maggiore presenza di adulti nella famiglia di origine” e, di fronte alle situazioni di crisi, “si chiude in se stessa, rinuncia ad avere un figlio in più”. Ma, considerando “le tendenze all’invecchiamento e alla frammentazione della famiglia”, la prospettiva è di una sempre minore capacità di “agire come ammortizzatore sociale per le persone più deboli”.Sir