Italia

CONSIGLIO NAZIONALE SCUOLA CATTOLICA, DOCUMENTO-APPELLO PER EFFETTIVA PARITÀ SCOLASTICA ANCHE ECONOMICA

Superare “ogni discriminazione economica tra gli alunne di scuole statali e paritarie”, in modo da attuare l’effettiva parità scolastica, non ancora pienamente raggiunta a più di cinque anni dalla legge di riforma. E’ l’appello contenuto nel documento su “La riforma del sistema educativo e le prospettive del paese”, diffuso oggi dal Centro studi scuola cattolica (Cssc), organismo collegato con la Cei. “Sosteniamo con forza la necessità di un pluralismo istituzionale e culturale, rappresentato da una pluralità di soggetti statali e non statali operanti nei rispettivi territori”, si legge nel testo, in cui si auspica “l’attuazione di politiche nazionali e regionali che consentano l’esercizio pieno della libertà educativa delle persone e delle famiglie, che in Italia continua ad essere gravemente disattesa, pur essendo un diritto di tutti e non un privilegio di una minoranza”. In particolare, il Cssc rilancia una proposta già avanzata nel 2003, in cui si faceva presente che “tutte le scuole del servizio educativo pubblico, indipendentemente dalla natura giuridica della gestione, devono poter essere rese accessibili considerando che sono gli stessi alunni titolari, con i genitori, del diritto all’istruzione”.

L’esercizio di tale diritto costituzionale, si precisa ancora nel documento-appello del Cssc, richiede che “sia superata ogni discriminazione economica tra gli alunni di scuole statali e paritarie allo scopo di renderne possibile l’esercizio senza condizionamenti di sorta”. “Nel sistema nazionale pubblico di educazione il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione deve essere gratuito per tutti”, spiega il Cssc: “Quindi il denaro erogato dallo Stato e dagli Enti locali alle scuole paritarie, cattoliche e laiche, non è sottratto alla scuola pubblica statale, ma serve per realizzare le finalità generali delle politiche educative del nostro Paese”.

Il contributo complessivo dello Stato alle scuole paritarie (532,330 milioni di euro nel 2005 in applicazione della legge 62/00 e 50 milioni del cosiddetto buono scuola alle famiglie) è pari all’1.4% della spesa pubblica dello Stato (41.541 milioni secondo gli ultimi dati disponibili del 2003) e dal 2001 al 2005 è rimasto sostanzialmente invariato.

Per quanto riguarda il contributo alle scuole secondarie di 1° e di 2° grado paritarie, “è di appena 16 milioni di euro, cioè una vera miseria”, commenta il Cssc, rendendo noto che “anche per le scuole dell’infanzia e primarie paritarie non è certo sufficiente per coprire i costi”. Altra richiesta di fondo del documento, la “pari dignità” del sistema dell’istruzione e formazione professionale: “Siamo decisamente contrari all’introduzione di un obbligo scolastico che si realizzi esclusivamente nelle istituzioni scolastiche”, è la denuncia del Ccs, che definisce tale impostazione “non rispettosa del diritto-dovere degli allievi e delle famiglie a scegliere liberamente il percorso scolastico e formativo”. Sir