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COOPERAZIONE, STUDENTI PRATESI COSTRUISCONO ACQUEDOTTO IN ERITREA

“Un’esperienza unica, per la prima volta ho visto la povertà in faccia e toccarla fa un effetto molto più forte che vederla in televisione. Apri gli occhi veramente quando ci sei immerso, un documentario ti aiuta a capire, ma esserci è un’altra cosa”. Commentano così alcuni dei sette studenti – tre ragazze e quattro ragazzi – futuri geometri dell’istituto Gramsci-Keynes di Prato rientrati dall’Eritrea dove hanno realizzato un acquedotto per il villaggio di Wasbenriskh, quartultimo nella classifica dei paesi più poveri del mondo. Un progetto composito, si legge in una nota, nato dalle Caritas di Prato e di Firenze che collaborano già da cinque anni con la Caritas eritrea nella sanità e nella formazione scolastica e che ha portato nel Corno d’Africa in tutto dodici persone: oltre ai sette studenti, un professore e quattro tecnici. La missione dei ragazzi è durata quasi venti giorni. Hanno lavorato a fianco di tecnici esperti di Publiacqua e Consiag, in condizioni spesso disagiate. Hanno messo su un pozzo, posato a mano oltre tre chilometri e mezzo di tubi, attivato una pompa, un generatore, un piccolo serbatoio, tre gruppi di fontane in modo da far arrivare l’acqua dal fiume al villaggio. “D’ora in poi, continua la nota, gli abitanti di Wasbenriskh non saranno più costretti tutti i giorni a percorrere a piedi i tre chilometri in andata e poi in ritorno per andare al fiume, scavare nel letto in secca e riempire le taniche”. (ANSA).