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CRISTIANI PERSEGUITATI: MANIFESTAZIONE A ROMA, «LIBERTÀ RELIGIOSA BASE DI TUTTI I DIRITTI»

Una bandiera del Libano sventola vicino a quella di Israele. Poco distante un gruppo della comunità pakistana a Roma mostra striscioni e bandiere. Questa un’immagine che ha offerto, ieri sera, la piazza Santi Apostoli, in occasione della “Manifestazione nazionale contro l’esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, per la libertà religiosa nel mondo” promossa nella capitale, accogliendo una proposta del vice direttore del Corriere della sera, Magdi Allam. In piazza cattolici, cristiani di altre confessioni religiose, ebrei, musulmani, tutti uniti dalla consapevolezza che “la libertà religiosa è il test per verificare se c’è il rispetto anche per gli altri diritti”, anzi “se manca la libertà religiosa crolla tutto il resto”. Sul palco, allestito in piazza tante testimonianze di esponenti delle diverse religioni. Si legge anche il “grazie” che mons. Shlemon Warduni, vescovo caldeo ausiliare di Baghdad, raggiunto telefonicamente dal Sir, ha rivolto per questa manifestazione: “In nome di tutti i perseguitati per la fede vi dico grazie. Vi chiediamo di sensibilizzare il mondo politico, religioso e tutta l’opinione pubblica sulla sorte dei cristiani perseguitati e continuare a farlo anche in futuro”. Una condizione, quella dei cristiani, difficile in Medio Oriente, ma anche in altri paesi, come Cuba, Cina, Pakistan, come ha ricordato più di un testimone sul palco. Altri hanno ricordato che “il fondamentalismo islamico che perseguita i cristiani è inclemente anche con i suoi figli, che si ribellano contro gli abusi”. Tutti concordi anche nel dire che non si può “mettere sotto silenzio questa situazione” e che è necessario agire “prima che sia troppo tardi”. Anche il promotore dell’iniziativa, Magdi Allam, chiudendo la manifestazione, ha spiegato: “Siamo qui riuniti, quali persone di buona volontà che, al di là della propria religione e nazionalità, si sentono unite dall’imperativo di affermare e difendere il diritto alla libertà religiosa di tutti e ovunque nel mondo”. Una manifestazione, quella di ieri sera, che, a giudizio di Allam, ha avuto, per i partecipanti, il senso di “riscattare se stessi, i propri valori e la propria identità, violati e traditi dal dilagare del relativismo culturale e religioso”. La battaglia per la libertà dei cristiani in Medio Oriente coincide così “con la battaglia per riconquistare la nostra dignità e la nostra libertà che sono venute meno con il dilagare del relativismo cognitivo, valoriale, culturale, religioso e politico”. Perciò, ha concluso, “non possiamo non dire ‘Siamo tutti cristiani’”.Sir