Italia

Card. Sepe: «Pino Daniele ha scosso le coscienze per riscatto Napoli»

«Noi oggi vogliamo ricordare, nella preghiera, Pino Daniele, un grande artista che con la sua magistrale arte musicale ha onorato Napoli. E lo ha fatto in maniera discreta, senza protagonismi né eccessi, raccontandone i volti, le contraddizioni, i chiaroscuri, le bellezze, i mille colori – ha osservato il porporato -. Ne ha testimoniato le risorse e le potenzialità, denunciando le sofferenze, le mortificazioni e le colpe, ma per scuotere le coscienze, non certamente per mortificarla». Per il porporato, «il paragone con la carta sporca è soltanto una provocazione per sollecitare il risveglio e il riscatto. È un atto d’amore per Napoli terra mia, espresso in maniera raffinata, con riservatezza, anche standone lontano, ma onorandola sempre e testimoniandone i valori e la bellezza, in Italia e all’estero, con la sua personalità, con il suo carisma, con la sua musica che è poesia, è cultura che unisce, che suscita emozioni e risveglia l’appartenenza alle stesse radici, la voglia di cambiare».

«Quanta attualità nelle composizioni di Pino Daniele! Quanta umanità! Egli ha cantato i diritti e la dignità di una intera comunità. Messaggi forti, invito a non arrendersi. Spazio alla speranza», ha affermato il cardinale Sepe, secondo il quale «è di uomini come lui che Napoli ha bisogno. Napoli vuole essere soprattutto amata e non strumentalizzata o sfruttata. E Pino Daniele ha dimostrato di saperla amare profondamente, anche standone lontano, ma indicandone limiti, carenze e voglia di risorgere». E «lo ha fatto con la sua grande capacità artistica, con la sua sensibilità e con il suo cuore, facendosi portatore nel mondo della sua storia e della sua musica e della sua cultura, linguaggi universali senza spazio e senza tempo». «Quanti giovani si sono ritrovati nel suo pensiero e nelle sue composizioni – ha proseguito il porporato -. Quanti sogni sono stati stimolati e alimentati. Quanti hanno visto in lui il modello da imitare, per non arrendersi, per non avvilirsi, per uscire da una condizione di sofferenza e approdare alla riva del successo». LO stesso cardinale, nel suo libro «Non rubate la speranza» e più volte nelle omelie e in alcune riflessioni sulle condizioni della città, ha richiamato e ricordato le parole di alcune sue composizioni, prese a prestito per sensibilizzare «le coscienze e spronare tutti, a cominciare dalla Chiesa, per restituire a Napoli bellezza e sviluppo».