Italia

Città sostenibili, grandi idee per progettisti in miniatura

Cortili scolastici, aree verdi, nuovi spazi per l’infanzia aperti anche la sera, percorsi sicuri per andare da casa a scuola, ma anche piazze, giardini, piste ciclabili: il tutto nato grazie ai bambini e ai ragazzi che hanno collaborato ai progetti riuscendo a far valere le loro osservazioni persino in alcuni piani regolatori generali.

Questi e altri significativi cambiamenti si sono realizzati in paesi e città della Toscana dove si è messa in moto a partire dagli anni ’90 la pratica della progettazione partecipata dei bambini contribuendo a migliorare la vita di tutti i cittadini, oltre che dei più giovani.

Queste «buone pratiche» nei centri toscani sono emerse e sono state valorizzate anche grazie al «Riconoscimento», e poi al Premio «Città sostenibili delle bambine e dei bambini», istituito dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio per far conoscere, e promuovere i migliori progetti di politica ambientale realizzati dai Comuni con il coinvolgimento attivo dei bambini.

Agliana, Arezzo, Borgo San Lorenzo, Calcinaia, Camaiore, Campi Bisenzio, Capannoni, Capoliveri, Cascina, Casole D’Elsa, Castelfiorentino, Empoli, Firenze, Fucecchio, Grosseto, Lari, Lucca, Montale, Monte San Savino, Pistoia, Pontassieve, Pontedera, Prato, Quarrata, Santa Croce sull’Arno, Scandicci, Siena e Viareggio sono i Comuni toscani che finora hanno preso parte all’iniziativa.

Nelle varie realtà della regione i bambini sono stati coinvolti, spesso grazie alla collaborazione delle scuole, anche in numerose esperienze di educazione ambientale che li hanno visti protagonisti nel ripulire aree verdi, creare nuovi parchi urbani e fluviali, nel partecipare alle attività delle fattorie didattiche e a campagne di sensibilizzazione ambientale. Per favorire la mobilità autonoma è stata ideata una segnaletica stradale specifica per i bambini e si è incentivato l’uso della bicicletta.In diverse città i bambini hanno progettato il luogo dove passano la maggior parte del loro tempo, cioè il giardino o cortile scolastico. Una volta ristrutturati, di questi spazi viene garantita l’apertura anche in orario extrascolastico per un uso allargato alla comunità. Altri Comuni per evitare che il coinvolgimento dei bambini fosse solo episodico hanno istituito dei laboratori permanenti dove si elaborano idee e proposte per una città a misura di bambino.

Per il quinto anno consecutivo il Ministero dell’ambiente ha pubblicato il bando che, come detto, premierà i Comuni italiani che hanno già realizzato, o hanno in via di realizzazione, progetti per una migliore qualità della vita dei bambini in città e paesi.

La finalità del premio, di cui lunedì scorso sono scaduti i termini per la presentazione dei progetti, è quella di promuovere e mettere in evidenza le migliori pratiche di politica ambientale rivolte all’infanzia e all’adolescenza. Anche in questa edizione, i Comuni saranno i protagonisti dell’iniziativa documentando i progetti realizzati o in fase avanzata di realizzazione e permettendo di individuare e selezionare i migliori interventi in tema di sostenibilità urbana con una particolare attenzione alle esigenze e ai bisogni dell’infanzia.

Tre le categorie del premio: una per Comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti (premio per la migliore iniziativa), e le altre due per i Comuni con popolazione superiore e inferiore a 50.000 abitanti (premio per il miglior progetto).

I premi, il cui valore complessivo ammonta ad oltre 360 mila euro, sono sette: andranno al primo, secondo e terzo classificato nelle due rispettive categorie sopra e sotto i 50.000 abitanti, e a uno dei Comuni della categoria sotto 15 mila abitanti. Per le amministrazioni comunali che hanno realizzato progetti particolarmente significativi varrà l’iscrizione al registro delle «Buone pratiche».Tra i progetti presentati in questi anni, per fare alcuni esempi, ricordiamo quello nato durante l’anno scolastico 1997/98 dai bambini delle scuole del Quartiere 4 del Comune di Firenze e che riguarda alcune esperienze alla «Fattoria dei Ragazzi», una casa colonica attrezzata a laboratori naturalistici con un ettaro di terreno destinato a frutteto, dove vengono anche seminati mais e grano e accuditi animali. Nel documento si raccolgono gli elaborati grafici e scritti, prodotti dai bambini, come testimonianza dell’attività svolta. L’obiettivo principale del progetto è stato quello di dare ai ragazzi coinvolti, che vivono in una grande città, la possibilità di avere un contatto diretto con la natura e di conoscere, con la propria esperienza, i vari processi produttivi agricoli. Nello stesso filone si inserisce «Rangers dei giardini», che riguarda il territorio della Circoscrizione Prato Sud, la pianura alla periferia meridionale della città. In quest’area è possibile trovare ancora i residui di paesaggi agrari, abitazioni rurali, antiche pievi. Questo è anche il territorio dove sono stati costruiti gli impianti di servizio per la città (depurazione delle acque e gestione dei rifiuti) e due grossi insediamenti di attività industriali ed artigiane.

La Circoscrizione Prato Sud e l’Asmiu (Azienda speciale municipalizzata per l’igiene urbana) hanno collaborato fin dal mese dal 1996 per dar vita ad una manifestazione nella quale le varie attività in programma erano finalizzate a far conoscere ed approfondire le problematiche del territorio Nell’ambito di questa manifestazione è stato distribuito un questionario sullo stato dei giardini pubblici da compilarsi da parte dei ragazzi in ambito scolastico o familiare. L’intento era di far sorgere un sentimento di protezione e di cura per questo spazio essenziale per la collettività, proponendo, appunto, di diventare «rangers dei giardini», in modo da favorire la socializzazione, educare al rispetto per il verde pubblico mediante conoscenze concrete, far scoprire giochi e sport da fare all’aperto e creare un rapporto di collaborazione matura tra gli enti pubblici e i cittadini di domani.

Iniziativa di LegambienteArezzo si aggiudica tredici caramelleCome ogni anno per l’Epifania sono arrivati dolci e carbone. E non soltanto per i bambini. Anche le città italiane capoluogo di provincia si sono viste recapitare la calza dalla befana di Legambiente, che premia quelle che più hanno fatto in favore dei più piccoli, e che quest’anno ha portato caramelle a La Spezia, Brescia, Arezzo, Torino, Reggio Emilia, Piacenza, Genova, Pistoia, Udine, Lecce, Siena, Pordenone e Caltanissetta. È toccato solo carbone invece ad Agrigento, Avellino, Bari, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Lucca, Messina, Oristano, Pescara, Ragusa, Sassari, Taranto, Treviso, Varese, Vercelli, Vibo Valentia.È questo il risultato di una ricerca di Legambiente sulle politiche per l’infanzia nei capoluoghi di provincia italiani che, per il sesto anno consecutivo, recapita la «calza» alle amministrazioni premiando quelle che hanno saputo dare ai loro cittadini più piccoli (gli under 14) opportunità, strutture, strumenti per vivere a pieno la loro appartenenza alla comunità. Nel valutare le città, sono stati esaminati, sulla base delle dichiarazioni dei comuni, quattro indicatori per le politiche per l’infanzia incrociati con i dati sulla qualità ambientale di Ecosistema urbano 2003 (tasso di motorizzazione, mezzi pubblici, parchi e giardini, zone a traffico limitato, piste ciclabili).A ciascun parametro è stato poi associato un punteggio che ha permesso la valutazione complessiva delle città: a quelle che superano gli 85 punti, Legambiente consegna in premio la sua calza piena di caramelle. «Ma attenzione – spiega Ermete Realacci, presidente dell’Associazione ambientalista – nessuna delle città italiane, nemmeno quelle più in alto nella graduatoria di Legambiente, può dirsi veramente a misura di bambino. Per questo la nostra Befana ha recapitato anche carbone alle città di alta classifica che non fanno corrispondere alla bontà dell’impegno sul versante delle politiche per l’infanzia altrettanta concretezza su quello delle scelte ambientali». Arezzo, prima in Toscana e terza assoluta in Italia, si è aggiudicata 13 caramelle, ma anche 7 carboni. Notevoli, infatti a giudizio di Legambiente, i progetti di adozione di monumenti o aree verdi, come pure il laboratorio intitolato alla Città dei bambini, che ha saputo rendere fitte e molto varie le offerte rivolte all’infanzia: aree riservate ai bambini nei musei, lodobus, biblioteche, campi estivi e laboratori specifici (come quelli per la progettazione del territorio o per l’educazione stradale). Ancora dolci nella calza aretina per aver ampliato le zone a traffico limitato e le zone verdi. Carbone invece per le isole pedonali, i trasporti pubblici, le piste ciclabili e il numero di automobili, ben al di sopra della media nazionale.La vita per i bambini sembra migliore nelle piccole e medie città tanto che la Toscana ottiene i migliori risultati, oltre che con Arezzo, con Pistoia e Siena.

Sembrano in crisi i grandi centri urbani, ma da Firenze arrivano segnali positivi piazzandosi al quindicesimo posto, mentre è Lucca a beccarsi solo carbone perchè, a giudizio di Legambiente, «non mette a disposizione dei giovanissimi alcuna forma di partecipazione e realizza ben poche iniziative culturali».

Il dossier di Legambiente