Italia

Con la nuova legge già decisi gli eletti

In attesa dei controlli definitivi della Corte di Appello (che avrebbe già estromesso due formazioni) sono una quarantina le liste presenti in Toscana per le elezioni di aprile: 18 alla Camera e 22 al Senato, divise quasi equamente tra centro-sinistra e centro-destra. Solo la lista «Donne per l’Europa» si presenta al di fuori dei due schieramenti. Con il nuovo sistema elettorale, approvato pochi mesi fa, sono scomparsi i collegi uninominali e anche le preferenze. All’elettore non rimane altro che mettere una croce sul simbolo di un partito. La composizione delle liste elettorali è stata quindi un passaggio decisivo per la selezione degli eletti, già stabilita almeno al 90%. Se una lista pensa, ad esempio, di ottenere 3 seggi in Toscana, sa già che verranno eletti il primo, il secondo e il terzo della lista. Certo, qualche incertezza sugli ultimi posti validi e sui primi dei non eletti ci può essere, ma è difficile che i pronostici non vengano rispettati. A complicare l’individuazione degli eletti, però, c’è la possibilità di candidarsi in più collegi. Silvio Berlusconi, ad esempio, è capolista ovunque e anche Romano Prodi si presenta in molte regioni italiane. La variabile più grossa sarà quindi la decisione dei primi in lista di optare per questa o quella circoscrizione, liberando il posto per il primo dei non eletti.

Il nuovo sistema elettorale mantiene differenze tra la Camera e il Senato. Per quest’ultimo, a base regionale, si sa già che alla Toscana spetteranno 18 senatori e che 11-12 andranno all’Unione e 6-7 alla Cdl. Così hanno già un posto certo a Palazzo Madama, Vittoria Franco, Beatrice Magnolfi, Massimo Livi Bacci, Marco Filippi, Lido Scarpetti, Giovanni Bellini e Federico Vigni per i Ds, Lamberto Dini e Natale D’Amico per la Margherita, Milziade Caprili di Rifondazione e Stefano Boco, dei Verdi. Un seggio se lo potrebbero contendere Rita Bernardini (Rosa nel Pugno, terza dopo Intini e Pannella che potrebbero essere eletti altrove) e Salvatore Allocca (Prc). Se poi qualcuno dei ds dovesse optare per altre regioni, ecco che si potrebbe aprire la porta del Senato anche per Luciano Modica (Ds ).

Nel centro-destra, sono sicuri in Forza Italia Marcello Pera, Massimo Baldini e Gaetano Quagliarello, ma se l’attuale presidente optasse per un’altra regione, ecco che entrerebbe anche Paolo Amato. Per An, sono previsti due posti: Altero Matteoli e Franco Mugnai, con qualche possibilità per il terzo, Achille Totaro. L’Udc potrebbe eleggere il n. 2 della lista, Nedo Poli, se Luca Marconi lascerà il posto libero.

Alla Camera le previsioni sono un po’ più complesse perché l’elezione è su base nazionale, ma anche qui i giochi sono fatti al 90%. Ds e Margherita sono insieme ne l’Ulivo e contano di eleggere 18 onorevoli. Nell’ordine: Vannino Chiti, Giuliano Amato, Antonello Giacomelli (Margh.), Marco Filippeschi, Michele Ventura, Rosy Bindi (Margh.), Valdo Spini, Franco Ceccuzzi, Raffaella Mariani, Ermete Realacci (Margh.), Alberto Fulvi, Marisa Nicchi, Silvia Velo, Andrea Rigoni (Margh.), Rolando Nannicini, Claudio Franci, Elena Cordoni e Andrea Lulli. Qualche possibilità per il n. 19 Giuseppe Fanfani (Margh.) e il n. 20 Cristiano Ceragioli. Rifondazione porta Franco Giordano, Mercedes Lourdes Frias e Mario Ricci con qualche speranza per il terzo, Gabriele Berni. Se i risultati per il centro-sinistra saranno molto buoni, allora potrebbero essere eletti anche il verde Stefano Boco, il comunista Severino Galante e l’ex-ds, ora con Di Pietro, Fabio Evangelisti .

Nel centro-destra, Forza Italia dovrebbe eleggere 6 deputati: Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, Sandro Bondi, Denis Verdini, Roberto Tortoli e Giovanni Dell’Elce. Ma si dovrebbero liberare anche i posti per il n. 7 e il n. 8 della lista, cioè Luigi Fabbri e Vincenzo Oliva. Più difficile il rientro della nona, Monica Baldi. Quattro gli onorevoli di Alleanza Nazionale, con Gianfranco Fini, Riccardo Migliori, Marco Martinelli e Flavia Perina, ma dato che il capolista opterà per un’altra regione, è sicuro anche Roberto Ulivi. Solo un exploit del partito potrebbe invece far eleggere Luigi Martini. Nell’Udc l’eletto sarà Pier Ferdinando Casini, ma alla fine, dopo la rinuncia anche di Lorenzo Cesa, il seggio dovrebbe andare al terzo in lista, l’ex senatore Francesco Bosi. Molto incerto è invece il seggio per Vincenzo Soldati, secondo, dietro Umberto Bossi nella lista della Lega Nord .Claudio Turrini