Italia

Congresso Fuci: la toscana Del Bene eletta nel Consiglio nazionale

L’Assemblea federale della Fuci (Federazione universitari cattolici italiani) , che aveva per tema centrale il Mediterraneo, ha approvato le mozioni d’indirizzo per l’attività della Federazione, le tesi congressuali elaborate durante il Congresso nazionale e ha eletto nel Consiglio centrale Gabriella Serra (gruppo Milano Cattolica), Anna Del Bene (Firenze), Luca Modica (Bologna), Massimiliano Puppi (Milano Statale), Lucia Gentile (Bologna), Davide Sabatini (Reggio Calabria), Maria Ludovica Le Moli (Ragusa), Veronica Bonagura (Napoli).

Per quanto riguarda le mozioni, ne sono state approvate cinque che propongono di rimettere al centro della vita fucina l’università, sia come luogo identitario sia come luogo di azione, di porsi a sostegno della vecchiaia riconoscendo come fondamentale la trasmissione della fede tra le generazioni, di affiancare la riflessione in vista della «XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi» dedicata a «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», di riscoprire il ruolo della donna a partire dalla sua presenza nella Bibbia, di affrontare il tema dell’amore nelle sue diverse componenti e con un’attenzione particolare alla pornografia che «rischia di diventare fonte di violenza e di divisione». Saranno questi cinque punti, insieme alle tesi congressuali, che orienteranno l’attività della Federazione fino al congresso 2018, che sarà il 67° nella storia della Fuci e si svolgerà a Reggio Calabria.

«L’insegnamento della religione cattolica – si legge nelle conclusioni – spesso si riduce a riferimenti alla sola fede cattolica, mentre potrebbe divenire il momento privilegiato nel quale si educa a intendere la diversità come un valore e non una minaccia. Questo è particolarmente importante nei primi anni della formazione». Si è trattato del punto più discusso anche in sede di approvazione degli atti finali, ma accanto a questo invito più generale la Fuci si è impegnata a intraprendere azioni concrete di «sensibilizzazione delle persone, soprattutto degli abitanti dei paesi che si ritrovano ad accogliere da un giorno all’altro gruppi di richiedenti asilo» sia tramite eventi sportivi, corsi di italiano e consulenze psicologiche che tengano conto delle «varie dimensioni dell’uomo al fine di favorire la migliore inclusione sociale possibile» sia «avvicinandoci alle comunità dei migranti che vivono le realtà locali e promuovendo occasioni di incontro» per superare le differenze culturali.