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Consultazioni: Di Maio (M5s): «Con la Lega finisce qui». Martina (Pd), «disponibili a valutare novità»

Al termine dell’incontro che ha avuto con Roberto Fico, incaricato dal presidente Sergio Mattarella di verificare la possibilità di una convergenza tra Pd e M5S per la formazione del nuovo governo, il reggente del Pd, Maurizio Martina si è detto disponibile a valutare il fatto nuovo – se confermato – della chiusura dei tentativi di maggioranza con lega e centrodestra.

«Siamo ovviamente disponibili a valutare il fatto nuovo – se verrà confermato anche in queste ore – pronunciato dal Movimento 5 Stelle poche ore fa: cioè la fine di qualsiasi tentativo di un accordo fra M5S, Lega e centrodestra». Lo ha affermato il segretario reggente del Partito democratico, Maurizio Martina, nella sua dichiarazione ai giornalisti dopo il colloquio che ha avuto a Montecitorio con il presidente della Camera, Roberto Fico, incaricato dal presidente Sergio Mattarella di verificare la possibilità di una convergenza tra Pd e M5S per la formazione del nuovo governo.

«Se questo fatto nuovo verrà – come immagino dopo le dichiarazioni importanti dell’onorevole Di Maio – confermato solennemente, se si dichiarerà la chiusura definitiva» dello scenario che ha visto finora i Cinquestelle dialogare con il centrodestra, «certamente – ha affermato Martina – per noi questo rappresenterebbe un punto di novità che anche i nostri gruppi dirigenti, la nostra direzione nazionale e il Partito democratico tutto devono essere chiamati a valutare». «Ci impegniamo – ha aggiunto – ad approfondire questo possibile percorso di lavoro comune, coinvolgendo in primo luogo i nostri gruppi dirigenti, la nostra direzione nazionale che dev’essere chiamata a valutare, approfondire, discutere ed eventualmente deliberare un percorso nuovo che ci coinvolga». Rispetto al «piano programmatico», il Pd ha ribadito che «l’asse fondamentale di riferimento sta attorno al programma, nei contenuti, nelle proposte, nelle idee sviluppate nei 100 punti proposti al Paese in questi mesi».

Martina ha richiamato le «tre sfide essenziali»: quella di «contribuire ad una nuova stagione europeista» per la «scrittura della nuova agenda europea», quella della «centralità del rinnovamento della democrazia rappresentativa in questo Paese» e, infine, la «questione sociale italiana» che «è fondamentale» con «il tema del lavoro, lo sviluppo di politiche per l’equità e la lotta alla diseguaglianza che si devono tenere con equilibri di finanza pubblica». «Siamo ad un passaggio di fase potenziale, aspettiamo di avere risposte su questi temi per noi fondamentali, propedeutici a qualsiasi nostra iniziativa».

«Dopo aver provato per 50 giorni a dire a Matteo Salvini che si poteva firmare un contratto per il bene di questo Paese, per il cambiamento, voglio dire ufficialmente che per me qualsiasi discorso con la Lega si chiude qui». Inoltre, «abbiamo apprezzato le parole del segretario del Pd Martina, poche ore fa; sono parole che vanno nella direzione di un’apertura». «Abbiamo detto al presidente Fico che noi manteniamo la linea, noi ci siamo sui temi per firmare un contratto di governo per il cambiamento di questo Paese e non rinunciamo ai nostri valori e alle nostre battaglie storiche». Lo ha affermato il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, nella sua dichiarazione ai giornalisti dopo il colloquio che ha avuto a Montecitorio con il presidente della Camera, Roberto Fico.

«Sono passati circa 50 giorni in cui abbiamo provato in tutti i modi e in tutte le forme ad invitare la Lega di Matteo Salvini a firmare un contratto di governo per il cambiamento di questo Paese», ha ricordato Di Maio, ma «Salvini e la Lega hanno deciso di condannarsi all’irrilevanza per rispetto dei loro alleati, del loro alleato, invece di andare al governo nel rispetto degli italiani e per aiutarli». «Un governo del centrodestra non è più un’ipotesi percorribile», ha proseguito il leader del M5S, che ha indicato in «costi della politica, reddito di cittadinanza, lotta al business dell’immigrazione, pensioni, aiuti alle imprese e alle famiglie, lotta alla corruzione, conflitto d’interessi» i «temi che abbiamo a cuore». Ricordando che M5S, Lega, Pd e qualsiasi altro partito «sono e resteranno alternativi», Di Maio ha precisato che «qualsiasi contratto di governo dovrà essere ratificato dai nostri iscritti sulla piattaforma Rousseau». «Lo sanno tutti che nessuna forza politica può fare da sola – ha aggiunto -, nessuno può dare un governo a questo Paese da solo». I Cinquestelle hanno «ribadito la disponibilità a discutere sui temi nonostante con il Pd ci siano profonde differenze e trascorsi da non ignorare». Però, «se riusciremo a mettere al centro i temi per gli italiani, l’interesse nazionale per fare uscire dal pantano le famiglie e le imprese italiane, noi sui temi ci siamo». L’invito al Pd è quello di «venire al tavolo non per firmare subito il contratto ma a verificare se ci sono i presupposti per metterlo in piedi». Nel rispetto di tempi e dinamiche del Pd, Di Maio ha precisato che però «dobbiamo vederci per capire se ci siano i presupposti. Ci facciano sapere quando sono disponibili». «Se dovesse fallire questo percorso, per noi si dovrà tornare al voto», ha precisato Di Maio, affermando che nel caso al presidente della Repubblica «chiederemo che si esprimano gli italiani». Ma con «338 parlamentari si deve provare fino alla fine a dare un governo del cambiamento al nostro Paese, cioè che deve poter fare le cose che abbiamo portato avanti da anni».