Italia

«DA VITTIME A CITTADINE», DOCUMENTO DI 50 ASSOCIAZIONI CONTRO TRATTA PROSTITUTE

“Da vittime a cittadine”: è il titolo del documento sulla tratta di esseri umani presentato oggi a Roma e siglato finora da 50 organizzazioni non profit e 30 enti pubblici, indirizzato al Ministro per le Pari Opportunità e alla Commissione Interministeriale sulla tratta. Il documento analizza l’applicazione dell’articolo 18 del decreto legislativo 286/98 sulla protezione, assistenza e integrazione sociale per le vittime della tratta e avanza alcune proposte.

Tra i firmatari, numerose Caritas diocesane, molti gruppi del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, Unione superiore maggiori italiani. Il documento sollecita l’Italia a “migliorare la protezione sociale in tutti i suoi aspetti”. Tra gli elementi critici, viene citata una “politica repressiva che esegue l’imperativo della pulizia delle strade” spesso ignorando “i diritti delle persone”. Secondo le organizzazioni non profit “le retate sono controproducenti in quanto non contribuiscono alla lotta contro le organizzazioni criminali” e “impediscono il contatto delle unità di strada con le persone coinvolte nel fenomeno”.

Il documento denuncia anche l’inadeguatezza dei fondi messi a disposizione e la “mancanza di un sistema di valutazione degli interventi”. Tra le proposte concrete si chiede di “uscire dalle sacche, ormai stereotipate, della vittimizzazione della persona oggetto di tratta” o della sua “criminalizzazione”; di “dare piena e omogenea applicazione all’art. 18”; “incentivare l’attività investigativa” e mettere in atto maggiori interventi per il “reperimento di alloggi sociali, la formazione professionale, l’orientamento e l’inserimento lavorativo”.

Il documento propone anche di riavviare il “Comitato di coordinamento delle azioni di governo contro la tratta di donne e minori a fini di sfruttamento sessuale” presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, di avviare un lavoro di rete con il coinvolgimento del Ministero degli Esteri e di costituire presso ogni Questura “sportelli di informazione, orientamento e collegamento sull’art. 18 e sulla legislazione in materia di immigrazione”. Nel triennio 2000-2002, le organizzazioni firmatarie hanno attivato circa 2.000 programmi di protezione sociale, circa 1.600 percorsi di formazione socio-occupazionale, 800 inserimenti nel mondo del lavoro.Sir