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DEBITO ESTERO: I FRUTTI DELLA CAMPAGNA ECCLESIALE IN GUINEA CONAKRY

La Guinea Conakry è il Paese “che più di tutti ha saputo interpretare le esigenze derivanti dalla concessione del credito da parte dei paesi del nord del mondo; ha saputo sfruttare al meglio le possibilità create dalle risorse concesse”. Lo ha ricordato oggi a Roma Massimo Pallottino, della Fondazione Giustizia e Solidarietà, introducendo le varie testimonianze sull’esperienza di conversione del debito in Guinea Conakry, resa possibile grazie alla Campagna ecclesiale del 2000 e alla creazione in loco di un fondo, il Foguired, che ha gestito i 7 milioni e mezzo di euro destinati a 719 progetti. Ne ha parlato durante il convegno in corso fino a domani su “Debito, giustizia e solidarietà”, organizzato dalla Fondazione Giustizia e solidarietà della Cei a conclusione della sua attività. “Il programma del Foguired – ha spiegato Mariama Djoulde Diallo, presidente della Union Teinturières de la Moyenne Guinée – ha permesso agli abitanti della Guinea di beneficiare dei vantaggi e dello sviluppo derivato da questo fondo. Grazie ad esso le idee sono diventati progetti, ed il desiderio di agire è diventato possibile”.

Ad esempio, ha precisato Djoulde Diallo, “il modo di lavorare dei guineani è migliorato perché i mezzi finanziari ed umani sono diventati qualitativamente superiori. Nuove tecniche ed infrastrutture sono state introdotte nella comunità e nel vivere quotidiano, soprattutto nell’agricoltura. Anche l’industria per la produzione dei beni primari ha avuto un grande miglioramento, come pure la tintoria, grazie all’introduzione di nuove tecniche di tintura dei capi”. Inoltre, ha aggiunto, “grazie al Foguired la Guinea è entrata nel commercio equo e solidale, le donne hanno ora importanti cariche istituzionali all’interno della Guinea, partecipano alle questioni economico-finanziarie del paese e la qualità generale della vita è sensibilmente migliorata, con un notevole decremento dei livelli di povertà”. Tra gli operatori delle organizzazioni non governative che lavorano in Guinea, Fiorella Capasso, della Comunità laici missionari, ha messo in evidenza “il valore della passione, dell’entusiasmo, del coraggio messi al servizio di una campagna, per trasformare il denaro in capitale sociale, beni comuni e giustizia riparatrice”. Per Alessandra Casu, del Cisv-Lvia, due ong impegnate in Guinea in un progetto per rafforzare le strutture locali di prossimità, “il problema non è soltanto inviare fondi, ma vigilare affinché le attività siano ben gestite e durevoli. Quindi diventa molto importante anche la formazione”.

Sir