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DEPORTAZIONE DEGLI EBREI: MARCIA A ROMA, «PER NON DIMENTICARE»

“Siamo qui in tanti attorno alla Comunità ebraica, ai suoi Rappresentanti, al Rabbino Capo di Roma: per loro non è solo una pagina tragica di storia, ma un ferita nella carne viva di famiglie. Siamo qui in tanti, da molto tempo, ogni anno, perché riteniamo che la memoria di questo giorno orribile sia preziosa per Roma”. Lo ha detto ieri sera Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, partecipando alla marcia silenziosa – promossa insieme alla Comunità ebraica di Roma – per ricordare il 16 ottobre 1943 quando migliaia di ebrei romani furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Da quell’esperienza solo un esiguo numero, 16 persone, tra cui una sola donna, tornarono alle loro case. “E’ un giorno che, con il passare del tempo non si attenua ha detto Riccardi – ma anzi cresce la sua forza evocativa. Dopo la guerra, bisognava ancora curarsi le ferite: sembrava una pagina nera tra le altre. Ma oggi noi leggiamo in quel giorno il frutto amaro di una storia, fatta di troppo disprezzo, che ha annullato la capacità di resistere, forse di capire l’orrore che arrivava”. Per il fondatore della comunità di Sant’Egidio a volte questa memoria “sembra smarrita. E’ smarrita nella pratica del disprezzo. Quando si sente dire che una nazionalità, come quella europea dei romeni, è fatta di ladri, allora si comincia a scivolare per la via del disprezzo. Il disprezzo è l’inizio del male. Nessuno merita disprezzo. Anche quelli più diversi da me, da noi”. Riccardi fa riferimento agli zingari che vivono spesso “una vita diversa, ma che non meritano di diventare il capro espiatorio di quella paura che è in noi: infatti il disprezzo degli altri non rende sicuri. Rende sicuri la saldezza delle convinzioni, il rispetto dell’altro e delle regole del vivere insieme”. La marcia – che si è aperta con uno striscione “Non c’è futuro senza memoria” – si è snodata a ritroso da Piazza S. Maria in Trastevere lungo il percorso dei deportati di quel 16 ottobre 1943, che dal Ghetto furono condotti al Collegio Militare a Trastevere prima di essere imprigionati nei treni con destinazione Auschwitz, e si è conclusa in Largo 16 ottobre 1943, accanto alla Sinagoga con gli interventi, fra gli altri, del Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni e di Leone Paserman, Presidente della Comunità Ebraica di Roma.Sir