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DIRITTO AL CIBO, DOSSIER CARITAS-INRA: AUMENTANO LE FAMIGLIE ITALIANE CHE CHIEDONO AIUTI ALIMENTARI

E’ in “crescente aumento” il numero delle famiglie italiane povere che chiedono aiuti alimentari alla Caritas: lo ha detto Walter Nanni, della Caritas italiana, intervenendo oggi a Roma alla presentazione del Dossier “Il contributo italiano al diritto all’alimentazione a tutela delle fasce deboli della popolazione”, redatto dall’Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione), in coincidenza con le celebrazioni per la Giornata mondiale dell’alimentazione. Nanni ha ricordato che su l’81,2% delle Caritas diocesane distribuisce “direttamente o indirettamente aiuti alimentari”, tramite 3873 parrocchie di tutta Italia (dati riferiti al 2003), senza differenze tra Nord e Sud. A chiedere gli aiuti alimentari sono soprattutto le famiglie, “in crescente aumento”, gli stranieri singoli e le persone senza fissa dimora. Ma l’aiuto di questo tipo (in pacchi di generi alimentari o attraverso mense) pone alla Caritas interrogativi di tipo etico: “L’aiuto alimentare può rischiare di determinare cronicità nell’assistenza – ha spiegato Nanni -, riducendo la possibilità che la persona o famiglia si renda protagonista di processi di recupero ed emancipazione sociale”.

Inoltre, ha affermato Nanni, “dover ricorrere ad enti privati per assicurarsi la sussistenza almeno alimentare, determina la sconfitta del sistema di welfare pubblico”. Nanni ha fatto notare, a questo proposito, che “l’Italia è l’unico Paese dell’Ue a non avere il ‘reddito minimo di inserimento’, per assicurare alle persone povere gli standard minimi di sopravvivenza”. “Ripartire dal rispetto del cibo, che purtroppo si è perso negli ultimi anni”, è invece lo scopo della Fondazione Banco Alimentare, che insieme alla Caritas e a alla Coop hanno contribuito alla stesura del Dossier. La Fondazione, con 20 sedi a livello regionale, si occupa dall”89 del recupero delle eccedenze dalle aziende agro-alimentari, dalle catene della grande distribuzione e dalla ristorazione organizzata (mense scolastiche e aziendali). Nel solo 2006 sono stati recuperati 65.997 tonnellate di alimenti per un valore pari a 162 milioni di euro. Sono 8.122 gli enti convenzionati ai quali il Banco Alimentare redistribuisce il cibo, per aiutare 1.360.876 persone indigenti.

Giuliana Malaguti, del Banco alimentare, ha chiesto alle istituzioni di “snellire le procedure burocratiche”, alle imprese “di fare in modo che la donazione del cibo diventi una consuetudine” e ai media di dare visibilità al problema”. “L’Italia – si legge nel Dossier – nonostante la piena disponibilità alimentare, non è esente da disagi nutrizionali derivanti dalle cattive scelte alimentari e dall’impossibilità per le fasce più deboli di arrivare all’acquisto di alimenti sufficienti a garantire una dieta adeguata”. In particolare per gli anziani delle fasce d’età più elevate, le famiglie povere e numerose, gli stranieri soli. “Ad aggravare questa condizione – puntualizza – è anche un costante aumento dei prezzi al consumo che vede la spesa per prodotti alimentari sempre più incidente sul menage economico familiare”. Sono perciò necessarie, conclude il Dossier, “opportune politiche per evitare che queste iniquità alimentari possano anche comportare un aumento del rischio delle malattie”.

Sir