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Diagnosi preimpianto: Scienza & vita, «Non è una cura. Attendiamo motivazioni consulta»

«La caduta del divieto di diagnosi genetica preimpianto apre una serie di interrogativi cui sarà difficile dare risposta, legata in primo luogo al mancato rispetto di tutte le vite umane, alcune delle quali, per sentenza, hanno minor valore perché disabili», commenta Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita. «In attesa di conoscere nel dettaglio le motivazioni della Consulta per poter entrare nel merito, e pur nella vicinanza alle coppie portatrici di una grave malattia e al loro desiderio di avere un figlio che non ne sia affetto, ribadiamo che non è ragionevole prevedere una norma che rischia di aprire la strada all’eugenetica». «La ricerca di una cura per le malattie genetiche – precisa Ricci Sindoni – può essere raggiunta per altre vie, non certo attraverso l’eliminazione dei malati, scardinando in tal modo i principi di uguaglianza e di solidarietà. Nessun medico potrà mai garantire il rispetto di un presunto ‘diritto al figlio sano’: se l’embrione selezionato poi sviluppasse problematiche di altro tipo, i genitori si sentiranno autorizzati a far causa al sistema sanitario?».